Fabio Meloni, ottimo giornalista sardo, sui social comunica che voterà per l’omonima Meloni. E fin qui, chissenefrega. Ma la dichiarazione è interessante perché Fabio prova a spiegare le ragioni di una scelta non facile. Non perché lui provenga dalla sinistra, ma proprio perché fa parte di quella “generazione Fronte della gioventù” che ha difficoltà a riconoscersi nel nuovo corso di Fdi.
Una generazione non particolarmente amata dalla “generazione Atreju”, a cui appartiene Giorgia Meloni e molti dei suoi pretoriani, ma soprattutto mal sopportata da quella che il giornalista sardo definisce “generazione Crosetto” pur spiegando che non si tratta di una generazione ma di una corrente politica ben precisa e per nulla in linea con il pensiero di chi ha militato nel Fdg.
Non è, ovviamente, solo un caso personale. Perché la contrapposizione è destinata ad acuirsi dopo il voto. Per il momento, infatti, prevale il desiderio di far vincere comunque la destra, anche solo per vedere le espressioni addolorate di Fazio, Saviano, Gruber, Merlino, Ferragnez e della banda dei loro amichetti. Già ci si era divertiti di fronte alla disperazione di Giovanna Botteri per il successo di Trump. Figurarsi adesso.
Finita la goduria, però, arriveranno i problemi e le delusioni. Riderà ancora, la “generazione Fronte”, quando il circolo della Garbatella nominerà i ministri indicati da Draghi? Quando emarginerà Tremonti per dar spazio ai tecnocrati draghiani? Quando la politica estera verrà stabilita a Washington e applicata attraverso gli ordini del mercante di armi? Quando la politica economica sarà basata sulla geniale (e ricca) influencer di destra che sostiene la necessità di accettare un gelato come compenso per mezza giornata di lavoro?
Certo, eliminare dalla scena politica gente come Zan e Cirinnà è un’opera di bene. Però non basta. E dopo poche settimane emergerà che i valori della “generazione Fronte” sono molto diversi da quelli della “generazione Crosetto”. Ed è su questo che puntano gli avversari. Sulle distanze tra Fdi e Lega, sui malumori che nasceranno tra gli esclusi e gli emarginati nello schieramento meloniano. Il giornalista sardo, nella sua descrizione degli schieramenti, ha dimenticato quello determinante: il circolo della Garbatella. Di qualità ridotta e di potere assoluto.
Augusto Grandi