Cara Giorgia, passata la sbornia delle elezioni, grazie alle quali sei stata la protagonista assoluta, avrai capito di avere firmato una cambiale con gli italiani, e non solo con loro. Una cambiale in bianco, già pronta per essere messa all’incasso.
Dall’Europa, la quale non ti perdonerà la pur minima -e legittima- intemperanza; dall’America, amministrata da quella caricatura in trepida attesa di una minuscola reazione per bombardare il Cremlino con Putin dentro; dalla riva sinistra italiana, già in moto di protesta con i loro allineati di trincea sfiorando il ridicolo per la presenza dell’attuale ministro del lavoro, Andrea Orlando, in prima fila con tanto di bandiera rossa a protestare contro se stesso.
E che dire e di un noto bestemmiatore come Landini indicare la via tracciata da Papa Francesco? Non fosse la cosa già grottesca di per sé, equivale al ritorno di un boomerang in piena faccia. La sinistra ha perso le elezioni con le idee e l’identità, le sono rimaste soltanto gli slogan e le solite bugie.
Con questi creditori, Giorgia, la tua cambiale è al sicuro; piuttosto saremo noi nostalgici missini, cara Giorgia, i tuoi nemici più acerrimi. Ti abbiamo votato, sappi, ma metteremo all’incasso il programma sociale. Metteremo all’incasso la povera gente, i disadattati, gli ultimi, i senza lavoro, i poveri, i miserabili al minimo della pensione sociale, i diversamente abili, i calpestati dall’ingiustizia sociale.
Saremmo noi i tuoi veri creditori, Giorgia, quella cambiale l’hai firmata con noi.
Marco Vannucci