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Politica locale

‘Ndrangheta tra Veneto e Trentino. Marini (M5S): “La politica deve agire”

La nuova operazione delle forze dell’ordine che sta scoperchiando una rete ndranghetista diffusa fra Veneto, Lombardia e Trentino-Alto Adige, attiva nel riciclaggio di denaro sporco, delle false fatturazioni e che cercava di mettere sotto controllo appalti pubblici, il tutto, naturalmente, tramite l’utilizzo del metodo mafioso. A quanto risulta sono già stati effettuati 4 arresti e posti sotto sequestro beni per circa 9 milioni di euro. 

Sulla vicenda è voluto intervenire il Consigliere provinciale del M5S Alex Marini che ha affermato: “Come M5S ringraziamo forze dell’ordine e magistratura per i loro interventi a tutela del tessuto economico/sociale sano dei nostri territori. Allo stesso tempo non possiamo che rimarcare la sempre più urgente necessità che il Trentino-Alto Adige si doti di strumenti per monitorare e contrastare la diffusione delle mafie in Regione, opzione avanzata dal M5S pochi giorni fa ed inspiegabilmente respinta da parte della maggioranza provinciale composta da Lega, Fratelli d’Italia e altre forze minori di destra, incluso il Patt che ha votato con loro”.

A seguito di complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, martedì 18 ottobre la Direzione Investigativa Antimafia ed il Nucleo di Polizia Economico-Finanzia di Verona, sono state delegate ad eseguire, nelle province di Verona, Mantova e Trento, quattro misure cautelari personali e il sequestro di beni per un valore di oltre 9 milioni di euro così come disposto con ordinanza dal giudice delle indagini preliminari (GIP) presso il Tribunale di Venezia.

Il Consigliere provinciale ha poi voluto aggiungere che: “I fatti, la commissione antimafia e tutti gli esperti dicono che al Trentino-Alto Adige serve quantomeno un osservatorio sulle attività della criminalità organizzata nelle 2 Province o in Regione, anche perché la natura della criminalità organizzata è quella di cercare rapporti col potere politico e di infiltrarsi nelle istituzioni locali, cosa che, ad esempio, con buona probabilità potrebbe essere avvenuta per anni a Lona-Lases. Rifiutarsi di prendere qualsiasi iniziativa concreta per contrastare la diffusione delle mafie non è solo ignavia, ma appare sempre di più come una forma, consapevole o meno, di supporto all’attività criminale di queste ultime. 

Per questo motivo torniamo a chiedere con forza che tutta la politica trentina e altoatesina, senza distinzione di colore, torni sui suoi passi e decida di dare una dimostrazione chiara in merito alla necessità condivisa di dire no alla colonizzazione mafiosa delle nostre terre”.