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Esteri

Perché continuare a giurare fedeltà alla NATO?

Vi è ormai bisogno irrefrenabile di continuare a dire che “L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo“. Questo virgolettato, preso dall’ultima nota stampa della Meloni, è stata diffusa dopo la messa in onda di un nuovo audio in cui Silvio Berlusconi tra gli applausi dei deputati di Forza Italia attribuisce a Volodymyr Zelensky la colpa della guerra in Ucraina.

La domanda però è una: che bisogno vi è di dover così tanto rassicurare gli Stati Uniti su tale concetto? L’adesione dell’Italia alla NATO l’abbiamo fin dal 1949 e mai si è posta in dubbio l’adesione del nostro paese all’alleanza atlantica. In fin dei conti neanche negli anni ’70 in occasione del compromesso storico o anche in epoche più recenti in occasione di varie questioni internazionali che hanno visto divisa l’opinione pubblica.

Eppure qualcuno sta mettendo in dubbio questa fedeltà, come se d’improvviso ci fosse una mancanza di fiducia nei confronti del nostro paese, come se un qualcosa non quadrasse a livello internazionale. Qualcuno sta chiedendo se vogliamo più bene al papà o alla mamma, si lascia decidere ai lettori chi svolga quale ruolo tra USA e UE? Siamo veramente – a questo punto – agli albori di una Terza Guerra Mondiale e qualcuno ha paura di avere a che fare con un’Italia poco fedele? Oppure si tratta di un caso di “excusatio non petita, accusatio manifesta“?