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Esteri

Il Premier Meloni punzecchia l’Egitto sui diritti umani

Stoccata del Premier italiano, Giorgia Meloni, all’Egitto e all’Arabia Saudita. Tra i messaggi di congratulazioni non sono mancati quelli da parte dei due Paesi mediorientali. La premier non ha dimenticato nel suo messaggio di ricordare l’importanza della salvaguardia dei diritti umani, un tema a dir poco sensibile al Cairo, dove decine di migliaia di persone sono state incarcerate dalla presa del potere del generale, mentre altre sono state torturate o costrette a fuggire.

“Ringrazio il Presidente al-Sisi per aver augurato buon lavoro al governo italiano. Abbiamo a cuore la stabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente e siamo determinati a rafforzare la nostra cooperazione bilaterale su questioni cruciali come la sicurezza energetica, l’ambiente, i diritti umani”, ha affermato il Premier Giorgia Meloni.

Al centro del dibattito con l’Egitto anche la vicenda di Giulio Regeni. Il 25 gennaio 2016, quinto anniversario della rivoluzione egiziana, scompare Giulio Regeni, studente di dottorato all’Università di Cambridge. È torturato e ucciso in Egitto, paese governato dal regime del generale al-Sisi, dove i diritti umani sono sempre più violati. Valigia Blu ripercorre con questa timeline tutte le tappe di una vicenda che ha visto susseguirsi smentite, depistaggi, indagini giudiziarie e giornalistiche, ipotesi di complotti, silenzi e accuse politiche.

Il corpo di Giulio venne ritrovato lungo il ciglio di una strada i primi giorni del mese di febbraio. Subito non c’è chiarezza sulle cause della morte. Le autorità egiziane infatti producono due differenti ricostruzioni. Inizialmente l’Egitto non collabora con gli inquirenti italiani che hanno aperto un’indagine. Non vengono ad esempio forniti tutte le prove richieste dalla Procura di Roma. Una situazione che porta il governo italiano a ritirare l’ambasciatore Maurizio Massari dall’Egitto, sostituito poi l’11 maggio da Giampaolo Cantini, tuttavia, non ancora operativo al Cairo.