Lucia Coppola ha chiesto al presidente della Giunta se non ritenga di interagire con il Commissariato del Governo, Questura, Comuni, Cinformi e associazioni che si occupano di migranti per trovare spazio e accoglienza per i 50 richiedenti asilo arrivati a Trento dalla rotta dei Balcani e trasferiti in Sardegna e per gli altri 300 che potrebbero essere trasferiti in altre regioni, in modo che non debbano essere lasciati per strada al loro destino, ripristinando al più presto l’accoglienza diffusa che ha resto la nostra provincia un modello virtuoso in Italia.
Il vicepresidente Tonina ha risposto affermando che il Trentino sta ampiamente rispondendo ai bisogni dei richiedenti protezione con 1300 posti gestiti con la collaborazione del volontariato e Commissariato. Aumentando da marzo i posti da 700 a 1300 si sono accolti anche gli sfollati ucraini e ha ricordato che la Pat è uno dei pochi, se non l’unico, enti che dà accoglienza ai rifugiati al posto dello Stato. Il numero di profughi in Trentino corrisponde ai parametri stabiliti dagli accordi Stato – Regioni. Ma la programmazione, ha aggiunto Tonina, è difficile e per quanto riguarda il caso dell’invio in Sardegna dei profughi ha comunicato che 125 su 300 hanno accettato lo spostamento. Cinquanta sono già sull’isola dove i posti sono ancora pochi. Comunque, ha concluso, anche la Pat sta cercando soluzioni come ha dimostrato con le risposte date ai senza dimora.
La replica. La consigliera non è stata soddisfatta dalla risposta: “Ho sottolineato nel brevissimo tempo a disposizione per la replica che è una vergogna per la nostra Provincia respingere ed inviare in Sardegna esseri umani che hanno diritto ad essere accolti e aiutati. Mi ha molto colpito nella risposta la frase “Programmare dei posti richiede tempo e disponibilità sia di strutture che di enti che le gestiscano. Tenere posti attivi in attesa di eventuali arrivi quando la tendenza dal 2017 a pochi mesi fa era in continuo e costante calo (30% annuo) comporta costi inutili”. Basterebbe riattivare intanto ciò che è stato smantellato….ma evidentemente non hanno tempo da perdere né soldi da investire per aiutare le persone in difficoltà, da qualunque luogo e da qualunque guerra provengano”.