Avete notato? Da un paio di giorni a questa parte calma piatta sull’aumento del contante. Magicamente non siamo più un popolo d’evasori mentre i commercianti, fino ad ieri profittatori, sono entrati in odore di santità. Un miracolo? Un ripensamento dei cari compagni? La decisione europea del tetto al contante di 10.000 euro?
Macché! Niente di tutto questo, piuttosto l’ennesimo “contrordine compagni” immediatamente dopo un loro esponente di spicco è stato colto con le mani sulla marmellata e ben 500mila euro, in contanti chiaramente, bellamente riposti nel comò di casa. In questa comica sarò curioso di sapere gli intrecci dell’europarlamentare Antonio Panzeri, già deputato in Parlamento per il PD, con il fantomatico presidente di una non meglio identificata ONG. Nel frattempo hanno arrestato moglie e figlia poiché, secondo Bruxelles, non potevano non sapere. Lex dura lex. Mica siamo in Italia, signori!
La cronaca dei fatti la conoscete a memoria, vado oltre puntando l’indice sulla politica italiana, ma quella politica! Barricadera quando sta all’opposizione, ma capace delle più tremende sciagure quando al potere. Dando sempre la colpa agli altri, sia mai si possa dubitare del loro operato. Nella fila dei cosiddetti altri ci siamo tutti: i fascisti in primis, i leghisti, gli ex segretari traditori e, buon ultimo, l’immancabile Berlusconi. Non bastasse è la volta dei cittadini italiani bollati come evasori, spendaccioni, paisà. Avanti popolo alla riscossa…
E le piazze ingrossano di sprovveduti utili a fare numero, un circo Barnum dove tutto fa spettacolo perché loro sono i bravi, i buoni, ed i belli. A fotterci. Ma come andava il Bel Paese prima dei compagni? Come funzionava prima di Prodi, D’Alema, e compagnia cantante?
Vediamo:
Nel 1992, l’Italia, godeva della tripla A ed era la quarta potenza economica del Mondo; il 1986 fu un concentrato di sinergie positive registrando il PIL a +3,6% e il debito pubblico sceso da 47mila milardi a 36mila miliardi di lire. Tradotto in euro e con un rapido calcolo equivale ad 1/5 del debito pubblico di oggi. Malgrado le ristrettezze, con le quali ci hanno obbligato a convivere e malgrado le tasse aumentate del 46%, tra dovute e mascherate come IVA e ticket vari, sono riusciti nel trascinarci sull’orlo del fallimento come Paese ed alla canna del gas come cittadini. In questa babele abbiamo perduto i nostri marchi più cari, da Gucci a Valentino, da Alitalia all’infinito.
Quanto ci hanno fracassato per la mancanza di fondi per le pensioni? Ricordate? Tralasciando una INPS è nata per fungere da salvadanaio ai nostri soldi e non per dilapidarli, nel silenzio assoluto della “loro” CGIL nel CdA dell’INPS e non certo gratuitamente. Riforma del lavoro? Riforma della scuola? Mai nemmeno sfiorate di striscio, in compenso hanno chiuso centinaia di ospedali per buona pace della sanità pubblica. Oggi si ergono sul pulpito esigendo, dal Governo Meloni, quel che sono riusciti a distruggere nei loro anni di potere. Della serie: o ci sono, o ci fanno. Lo specchio della sinistra italiana è racchiuso nell’articolo del loro giornaletto di riferimento, La Repubblica, uscita con la puzza sotto il naso per il vestito dozzinale con la quale, Giorgia Meloni, assiste alla prima de La Scala di Milano.
Abituati ai Rolex ed ai vestiti di Dior, la puzza sotto il naso è cresciuta. Oggi sono tornati nel confondere le menti per prendersi pure la ragione. Dai beoti creduloni.
Marco Vannucci