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Salute

Influenza del cammello, l’epidemiologo Ciccozzi: “Improbabile passaggio da uomo a uomo”

“Il cammello è il serbatoio quindi la trasmissione dal cammello all’uomo è abbastanza semplice se si beve del latte crudo di cammello e le mani si imbrattano con le sue urine e poi si mettono negli occhi, in bocca ecc. Il passaggio di infezione da persona a persona è veramente poco probabile. Quindi io non vedo come persone che sono andate allo stadio possano essersi prese quel tipo di coronavirus”, così il prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma, intervenuto su Cusano Italia Tv durante il programma “Dritti al punto” condotto da Roberta Feliziani.

“La letalità è alta: 33-34%. Estremamente alta se pensiamo che il nostro coronavirus è 0.04%. ma è difficile il passaggio da uomo a uomo. Gli unici casi fino ad oggi, quei sei casi del 2022 che ci sono stati, cinque erano infezioni primarie cioè dal cammello all’uomo. Si può passare da persona a persona ma a livello familiare quini di un contatto continuo e diretto, in luoghi molto stretti. E anche dal personale sanitario che curano le persone che hanno il mers”, ha aggiunto Ciccozzi.

L’influenza del cammello, così come riportato da my-personaltrainer.it, è una malattia infettiva acuta che colpisce le vie respiratorie, causata da coronavirus. Ben più nota come sindrome respiratoria mediorientale o MERS (dall’inglese: Middle East Respiratory Syndrome), si tratta di una “lontana parente” di SARS, con la differenza che l’influenza del cammello correla ad un maggiore tasso di mortalità (MERS causa il decesso in circa il 30% dei casi, rispetto al 10% della SARS).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mantiene alto il livello di allerta sin da quando sono stati notificati i primi casi nel 2012 in Arabia Saudita, per il rischio che possa diventare una nuova temibile epidemia e possa diffondersi a livello globale; a tal proposito, sul sito dell’OMS sono disponibili dei report mensili, che riportano dati relativi a incidenza e mortalità della malattia.

Per capire quale sia l’impatto della MERS, da aprile 2012 a ottobre 2022, sono stati segnalati a livello globale un totale di 2601 casi, con 935 decessi associati ad un rapporto caso-fatalità (CFR) del 36%; la maggior parte di questi casi è stata segnalata in Arabia Saudita, con 2194 casi e 854 decessi correlati (mortalità: 39%).