Con molta tristezza dobbiamo dare la notizia diffusa 3 ore or sono da ANSA: la morte di un intellettuale che tutti conosciamo, non fosse altro che perché compare nei libri scolastici, quindi tutti noi sappiamo che era uno storico e che era un saggista molto bravo.
Era nato a Roma il 23 settembre 1933, per diplomarsi al Liceo Classico Augusto di Roma, si è poi laureato alla Sapienza, relatore Natalino Sapegno. Baffoni spioventi e la chioma fluente, quasi a sottolineare il carattere ribelle. Ma soprattutto studioso di fama, docente di storia della letteratura alla Sapienza, intellettuale di formazione marxista da sempre impegnato nella dialettica tra cultura e potere e nell’analisi della realta’ sociale. Lasciò il Pci nel 1956, come molti altri intellettuali che reagirono inorriditi alla tragedia ungherese, e vi rientrò solo nel ’72: lavoro’ alla sua trasformazione ed è stato più volte parlamentare (eletto nel ’79), e poi, dopo la caduta del Muro, membro della direzione del Pds e direttore della nuova ‘Rinascita’, che sotto la sua guida però prese sin dal primo numero le distanze dal passato togliattiano, e questo non era proprio un’ovvietà per la rivista fondata dal Migliore.
Studioso in particolare della letteratura italiana moderna e del periodo barocco, ha ideato e diretto la monumentale Storia della letteratura Einaudi, e tante monografie e corsi universitari affollatissimi dedicati ai grandi protagonisti della letteratura italiana. Per lui il classico di una vita era l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto: ”L’eta’ giusta per leggere l’Orlando Furioso intensamente e non distaccarsene piu’ – diceva – è fra i 30 e i 40 anni, quando uno è, ancora abbastanza giovane per ricordarsi che la realtà quotidiana non è tutto e gia’ abbastanza maturo per capire che oltre il visibile esistono mondi che non vale la pena perdere”.
Negli anni 70 ha successo, ma fa discutere per le scelte e il taglio, una sua ”Storia della letteratura italiana” per le scuole superiori.
Del ’92 e’ ”Fuori dell’Occidente, ovvero ragionamento sull’Apocalisse”, in cui invitava a cercare un’idea nuova di opposizione, fuori dal modello omologato nei paesi piu’ ricchi dell’occidente. E’ del 2002 un romanzo autobiografico ”L’alba di un mondo nuovo”, una vena narrativa poi approfondita fino a ”Amori sospesi”, del 2017. Nel 2009 è uscito il volume Il Grande silenzio – Intervista sugli intellettuali, in cui A. R., intervistato da S. Fiori, riflette sulla storia degli intellettuali, soprattutto della seconda metà del Novecento, in Italia, mentre è del 2011 la raccolta di saggi di critica letteraria Le armi della critica. Tra le sue opere più recenti: Letteratura italiana. La storia, i classici, l’identità nazionale (2014); Scrittori e popolo 1965. Scrittori e massa 2015 (2015), in cui cerca di dare ordine alla produzione letteraria degli scrittori nati dopo il 1960; Machiavelli e l’Italia. Resoconto di una disfatta (2019); L’eroe virile. Saggio su Joseph Conrad (2021). Nel 2005 gli sono stati dedicati studi in onore: Critica e progetto. Le culture in Italia dagli anni Sessanta a oggi, mentre è del 2020 il volume Scritture critiche e d’invenzione, contenente un’ampia selezione della sua produzione saggistica e letteraria.
Fonte: Ansa