Forse non ci sono dubbi, ma qualche perplessità residuerebbe, vediamo quale.
Da Huffingtonpost, 29 settembre 2020: “ Il ragazzo voleva immobilizzare, torturare e uccidere, per poi ripulire tutto con detergenti e lasciare una scritta sul muro con un messaggio per la città: un’azione dimostrativa…. -”E’ vero che la vendetta non risolve il problema, ma per pochi istanti ti rende soddisfatto” -. Una frase tratta da un blog di psicologia, che Antonio De Marco, il 21enne presunto assassino di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, ha condiviso su Facebook il 3 luglio scorso, tre giorni prima di chiedere a Daniele la possibilità di affittare nuovamente una stanza nell’appartamento di via Montello”.
La vicenda è stata appaiata a quella di Trifone Ragone e Teresa Costanza, trucidati a Pordenone nel 2015. Per queste morti è stato condannato il giovane Giosuè Ruotolo, militare collega di Trifone, a causa del complesso rapporto tra i due e della gelosia di Giosué verso i raggianti fidanzatini. Ma in questo caso Ruotolo, che si è sempre proclamato innocente, avrebbe agito destramente con una pistola, fuggendo lesto in auto, come nella migliore tradizione di chi non vuole essere scoperto.
Antonio invece non si è curato delle conseguenze, semina indizi in loco, posta sui social, lascia in vista i suoi sfoghi e tonnellate di DNA. Si insiste che avesse monitorato le telecamere, ma avrebbe stolidamente scordato le più importanti. Tuttavia, se si era già allocato in via Fleming, perché avrebbe voluto tornare a vivere con Daniele, ormai accasato? Quali motivazioni avrebbe addotto per chiedere all’arbitro una nuova coabitazione in trio? Uno sconto sulla pigione, o che i nuovi compagni di via Fleming non gli piacevano?
Non pare egli disponesse di un’auto, o almeno non se n’è parlato. Avrebbe dunque camminato senza fretta fino al cosiddetto sottopasso, un tragitto costellato di siti “telecamerati”, a meno di non essere certo che i dispositivi fossero tutti fuori uso o effimeri ( il che invero accade spesso, ma lui poteva non saperlo); in definitiva, si sarebbe apprestato a una salutare passeggiata fino al suo nuovo indirizzo, per le strade della cintura semicentrale leccese.
Allungandosi il percorso, aumentava la probabilità di essere visto; e forse il giovane si sarebbe pure cambiato, poiché i vestiti non erano, in effetti, particolarmente lordati e non è emerso qualcosa sul loro ritrovamento.
Lui dichiara: “…Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva. Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall’abitazione. La fodera faceva parte del coltello che ho comprato… Articolo del 4 ottobre 2020, Lecceprima, verbale di confessione
È in quel momento che qualcuno si affaccia e grida. Nota gli ultimi colpi inferti da quella sagoma, con cappuccio e forse anche volto coperto, abiti scuri, guanti di pelle, zainetto giallo o, comunque, di colore molto più chiaro, in spalla. Grida contro e chiama il 113 della questura, anche se, per motivi di suddivisione territoriale, la telefonata viene poi smistata ai carabinieri. Ed è un riscontro, quello sugli indumenti, che arriva anche dalle videocamere. In zona ce ne sono tante. Le hanno installate negli anni passati per il problema della prostituzione e delle risse in strada intorno alla stazione ferroviaria, sulla scorta di ordinanze dei sindaci che si sono succeduti. Da Lecceprima
Se si trattava di un bidone per il secco forse non era impossibile risalirvi. A Lecce, da anni, la raccolta differenziata è organizzata porta a porta, con bidoncini/mastelli personali che si riempiono in casa e poi si portano in strada, in giorni diversi della settimana secondo la tipologia. De Marco, ribadiamo, non viveva da solo. Uno dei coinquilini di via Fleming ne parla benissimo e lo descrive sereno prima e dopo l’eccidio. Non hanno notato strani movimenti? Il neo omicida si sarò fatto la doccia: sono state sondate le tubature, come ad Erba?
Per inciso, la popolazione non sembra molto soddisfatta delle modalità di raccolta. Dal sito “ Italiarecensioni.com”, 2020/2021
“Nessuna professionalità. Lasciano per terra la spazzatura che cade dai contenitori ed ultimamente saltano il ritiro o questo viene fatto in tarda mattinata. È proprio bello vedere i marciapiedi di una città peraltro turistica, pieni di sacchi di immondizia. Che il comune si svegli perché noi paghiamo profumatamente un servizio di scarsa qualità”
“Un vero e proprio DISASTRO. In via Diaz una sola persona che deve fare tutto .e tra l’altro a giorni alterni.
“Con le cifre esorbitanti che paghiamo per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti ci tocca anche ritrovare al mattino la spazzatura non ritirata per regole vessatorie che sembrano pensate apposta per non essere rispettate. Il riferimento è alla raccolta del cosiddetto ‘secco residuo’ (ma anche carta e vetro) ‘porta a porta’…”
Comunque funzioni il tutto, qualcuno avrebbe dovuto accorgersi di panni insanguinati in un bidone non destinato ad abiti.
Perché le pozze di sangue si fermerebbero alle scale – dal piano ove abitava la coppia a quello sottostante? De Marco non ha pestato nulla con le suole? E quantomeno l’arma – mai vista – non ha gocciolato?
Sempre dal Fatto Quotidiano, 21 gennaio 2021, diario in carcere
“Questo omicidio poi è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta….sì! È felice di aver dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita a G.T.A.… (il videogioco Grand Theft Auto, nda)”, si legge negli appunti ritrovati in mille pezzi”
Ricomporre un appunto “ fatto in mille pezzi” lascia pensare che egli abbia disposto questi “ coriandoli” comunque vicino, senza disperderli, con una certa meticolosità; ma il tempo stimato dentro l’appartamento resta sempre di pochi minuti.
Rileviamo che le coltellate aumentano da articolo ad articolo e nel tempo. “…In quello stesso appartamento lui fece irruzione la sera del 21 settembre 2020, armato di coltello, per sferrare 78 terribili e devastanti fendenti.Quotidianodipuglia.it, 2022
“… 38 fendenti per Daniele De Santis e 41 per la sua fidanzata Eleonora Manta…” Tvegossip.it, 10 giugno 2022
“per un totale di 74 o 75 colpi” Lecceprima, 4 ottobre 2020
Notiamo anche il peso crescente attribuito ai filmetti e ai videogiochi di cui si stanno pascendo i millennial, l’influenza sulle loro emozioni ed un pensiero evidentemente molto debole e molto liquido; ma ci sarebbero anche diverse invocazioni alla Madonna, che non avrebbe ascoltato le sue preghiere.
“ Un uomo uscito per portare fuori il cane, lo stesso uomo che pochi minuti prima aveva chiamato le forze dell’ordine sentendo le urla di Daniele ed Eleonora, alle 20.54 vede uscire dal palazzo di via Montello un ragazzo incappucciato, «con in mano un coltello di circa 20 centimetri». Alle 20.55, dunque 19 minuti dopo essersi introdotto nel condominio, De Marco viene nuovamente ripreso dalle telecamere in via Martiri d’Otranto. Ripercorre via Vittorio Veneto, via Don Bosco, via Santa Maria dell’Idria e scende nel sottopasso pedonale che affaccia su viale Rudiae. Lo fa cercando di sfuggire alle telecamere, ben 15, piazzate nella zona. Ma non ci riesce”
Il cittadino con il cane durante la chiamata fa riferimento a una supposta presenza di stranieri, come prima impressione. Tra le vie percorse, via Don Bosco, peraltro, non è quasi mai deserta: a quell’ora vi stazionano spesso molti immigrati fino a tarda ora, e a settembre la temperatura è ancora quasi estiva. Vi ha sede l’INAIL. Lo snodo dove è posizionata la pompa di benzina è a sua volta piuttosto trafficato, nonostante dopo le 21 subentrino limiti alla circolazione. Infine, tra le mille domande, ci si chiede dove sia finito lo zainetto (giallo?) che tende a sparire dalle cronache.
Una giornalista ha intercettato un vicino di pianerottolo per sapere che ricordi ha di quei minuti; il maturo intervistato dichiara di non aver avvertito le prime fasi, perché guardava la televisione con le cuffie; a un certo punto si è accorto di qualcosa e ha aperto la porta: il fuggitivo avrebbe fatto un segno con la mano, forse gettava un oggetto per terra, facendo evidentemente slalom tra i corpi e il sangue per terra, che non era poco.
Così Open, 8 novembre 2022: “De Marco è inoltre accusato di divulgazione di contenuti pedopornografici per aver inoltrato via chat ad un’amica – con cui si sentiva in quel periodo – una delle immagini con minorenni protagonisti di atti sessuali. ..il ragazzo aveva rivelato di aver avuto diverse delusioni d’amore prima del delitto. L’ultima: con una ragazza del suo corso universitario omonima della vittima Eleonora. … Antonio De Marco voleva uccidere Daniele De Santis ed Eleonora Manta e bollire i loro corpi per cancellare ogni traccia del delitto.” A riportarlo è il Quotidiano di Puglia
Antonio ha ricevuto una condanna patteggiata per la diffusione.
Leggermente diverso qui:
“Infatti, gli investigatori avevano trovato nel computer di De Marco, dopo l’omicidio del 20 settembre 2020, alcuni spezzoni di video dove era ritratto con minori durante atti sessuali ”Ilgallo.it, 8 novembre 2022.
In questo ultimo scenario, ci sarebbe qualcosa più di un contenuto, piuttosto violenza pedofila.
La bollitura rimanda alla saponificatrice Leonarda Cianciulli che, tra il 1939 e il 1940, soppresse, straziò e mise a “ cuocere” delle donne sole al mondo, attirandole a casa propria con la scusa di un giro di carte; ma De Marco non avrebbe certamente potuto attardarsi a dilaniare e cucinare…
In un crescendo pulp, si ipotizza di un progetto ampiamente descritto tempo prima di passare ai fatti, praticamente annunciato al mondo, a cui sarebbe seguito un proclama alla città, oltre a un odio generalizzato per le donne; e di una coppia che voleva sì vivere da sola, ma non aveva rifiutato Antonio in particolare, desiderava semplicemente iniziare la propria vita quasi coniugale. Non si è accennato a uso di sostanze, che è quantomeno ipotizzabile per i killer apprendisti seriali, come De Marco è stato tratteggiato.
Quanto al materiale pedopornografico, oltre a chi divulga, forse sarebbe interessante ascoltare chi accetta la divulgazione? E quell’omonimia inquietante?
Infine, è’ esagerato immaginare un complice?
Segue…
Carmen Gueye