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Promiscuità nelle stanze del S. Chiara. Cia: “serve programmazione attenta a questo problema”

Nella giornata di ieri, durante il question time del Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento, il consigliere di Fratelli d'Italia, Claudio Cia, è intervenuto sul delicato tema della distinzione tra maschi e femmine all'interno dei reparti ospedalieri trentini.

Nella giornata di ieri, durante il question time del Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento, il consigliere di Fratelli d’Italia, Claudio Cia, è intervenuto sul delicato tema della distinzione tra maschi e femmine all’interno dei reparti ospedalieri trentini.

Sul tema, il consigliere di Fratelli d’Italia aveva presentato un’interrogazione, lo scorso 9 gennaio, con la quale, dopo aver evidenziato come gli fossero arrivate diverse segnalazioni di disagi dovuti alla degenza di maschi e femmine nelle stesse stanze ospedaliere, aveva interrogato la Giunta provinciale per capire se l’assessorato competente (quello della Salute) non ritenesse “di trasmettere all’APSS l’indicazione di definire e implementare modalità organizzative dei singoli reparti di degenza che garantiscano nel massimo grado possibile la distinzione fra stanze femminili e stanze maschili”.

Ieri, l’Assessore alla Salute, Stefania Segnana, proprio all’interno del question time ha replicato all’esponente di Fratelli d’Italia come, sebbene il tema ci sia, possa capitare che vi sia la necessità di ospitare nella stessa stanza ospedaliera uomini e donne insieme. Aggiungendo come, per ovviare al problema, nelle circostanze eccezionali sopracitate si ricorra all’utilizzo di tende per dividere maschi e femmine.

Tale risposta però, non è bastata a Claudio Cia che, all’intervento dell’Assessore Stefania Segnana, ha replicato ulteriormente, specificando come, per risolvere questo problema, serva una programmazione attenta che ad oggi è mancata. Aggiungendo prima di concludere che, in Ospedali più grandi e con una maggiore affluenza di pazienti, come il Gemelli di Roma “riescono a evitare sempre la promiscuità, su un numero enorme di pazienti”.