Home » Stop ai voti bassi a scuola? Crepet: “Storia dell’umiliazione non sta né in cielo né in terra”
Attualità Uncategorized

Stop ai voti bassi a scuola? Crepet: “Storia dell’umiliazione non sta né in cielo né in terra”

Lo psichiatra Paolo Crepet è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus per parlare, tra le varie, delle differenze tra stipendi tra nord e sud e della scuola italiana.

Lo psichiatra Paolo Crepet è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus per parlare, tra le varie, delle differenze tra stipendi tra nord e sud e della scuola italiana.

Riguardo alle polemiche sulle parole del ministro Valditara in merito alle differenze di stipendio tra nord e sud, Paolo Crepet ha voluto specificare: “Se vogliamo lasciare le cattedre vuote è un altro discorso, ma è evidente che per una persona che percepisce 1500 euro al mese, una differenza di 500 euro al mese è enorme e questo disincentiva molte persone a fare un’altra cosa. Ovviamente tutti sti Ciceroni si sono alzati senza aver letto nulla. Il problema della scuola è che è dormiente. Questo comporta che ci siano persone che fanno un anno a Brescia, poi accampano il diritto a tornare indietro perché la nonna è malata, ma la realtà dei fatti è che i prezzi delle case a Brescia sono più alti. Se alla scuola tal dei tali non ci sono possibilità per fare un corso di danza, due pomeriggi alla settimana, che sarebbe strautile per gli adolescenti, se una banca piuttosto che un signore ricco te lo permette, questo non vuol dire controllare scuola, significa dare una mano. Perché bisogna dare una mano solo per la scuola di pallavolo? La scuola dipende dallo Stato e lo Stato non c’ha una lira. In qualsiasi luogo d’Italia un bravo avvocato tu lo paghi di più di uno mediocre e così qualunque professionista. Tutto funziona così meno che la scuola e non si capisce perché”.

Proseguendo Crepet ha voluto commentare la notizia che un assessore dell’Alto Adige ha proposto di eliminare i voti bassi a scuola: “Io ieri ho parlato con questo signore che mi ha spiegato la sua proposta. Lui dice che sotto il 4 non si deve andare, io mi sono fatto assicurare che almeno i 4 ci siano. La storia dell’umiliazione non sta né in cielo né in terra. Il vero problema è che si vuole togliere il voto e mettere un giudizio, che neanche Cacciari riuscirebbe ad interpretare. Queste sono riforme adultocentriche, non sono per i ragazzi, sono per i genitori che non vogliono dire che suo figlio è stato bocciato. Meglio avere uno che non fa un accidenti, ma che non è valutato. Io sono per i 4, che ci sia una sanzione di severità rispetto ad una tua non disponibilità a studiare e impegnarsi”.