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Berlusconi trascina Forza Italia ma spiazza i berluscones

C’è stato un tempo in cui tutti aspiravano ad un posto in Forza Italia. Garantiva una poltrona in parlamento o su qualche scranno territoriale. Bastava annuire ad ogni cenno del Sultano di Arcore e tutto andava bene. Ora, invece, è tutto estremamente difficile. Perché annuire ad un cenno del Capo si può fare al seguito di lady Garbatella. Fratelli d’Italia naviga a vele spiegate, c’è posto per tutti – se si è dei rinnegati è meglio – nessuno pretende competenza e coerenza.

Ma i berluscones? Sono in mezzo al guado e non sanno come comportarsi. Perché loro, i clientes, sono atlantisti, europeisti, cristiani e politicamente corretti. Ma lui, il Sultano, ha ancora il ghiribizzo della politica vera, quella alta, e ogni tanto si dimentica di essere la ruota di scorta del destracentro al servizio di Washington. Così si illude ancora, povero vecchietto, di vivere in un Paese con almeno un briciolo di libertà di scelta. E sulla sedia a dondolo davanti al caminetto racconta ai nipotini di quando lui, a Pratica di Mare, aveva obbligato Putin e Bush a stringersi la mano. Un’operazione da grande regista della politica internazionale. Quando l’Italia ha avuto davvero un ruolo sulla scena mondiale.

Persino lady Garbatella ha ammesso che il ministro degli Esteri ideale per l’Italia sarebbe Berlu. Ed aver affidato il dicastero a Tajani non è un segno di continuità, bensì uno sfregio. Così quando il Sultano di Arcore ha avuto il coraggio di criticare non solo il folle di Kiev ma anche la pessima idea di incontrarlo e di offrirgli l’opportunità di peggiorare ulteriormente il pessimo Festival dell’Unità di Sanremo, i servi sciocchi di Biden si sono affrettati a prendere le distanze. E va bene se lo fa lady Garbatella, eterodiretta da Crosetto l’americano, ma va meno bene se a farlo sono i berluscones miracolati con un posto al governo o ai vertici di ciò che resta di Forza Italia.

La riconoscenza non è certo una qualità che abbonda tra i politici italiani. Però un minimo di decenza non farebbe male. Le frasi di Berlu rappresentano il punto più alto dell’analisi geopolitica dei forzisti. Arrivate, non a caso, nel mezzo del voto per Lombardia e Lazio. Come ha giustamente fatto osservare Barbara Fiammeri del Sole 24 Ore, con questo durissimo attacco al folle di Kiev, Berlu ha rilanciato Forza Italia. Il sorpasso ai danni della Lega nel Lazio e la tenuta in Lombardia sono anche frutto di questo intervento sulla guerra. Certo non del nulla cosmico di Tajani.

Però i berluscones non sanno più che fare. Forza Italia esiste sino a quando esiste il Sultano. Poi non possono certo illudersi di far sopravvivere un partito con le “non idee” ed il servilismo di Tajani. E la Ronzulli, sicuramente la più sveglia della compagnia, non ha il coraggio e neppure la credibilità per proseguire sulla strada di Berlu.

Dunque tutti si preparano a riposizionarsi. Al seguito di lady Garbatella o di Salvini. Oppure migrando verso il terzo polo di Calenda e Renzi. Pronti ad offrire strapuntini in cambio della transumanza. D’altronde proprio Ronzulli ha ribadito a Calenda che il partito centrista, liberale etc etc esiste già ed è Forza Italia. Un primo passo verso l’abbraccio con il terzo polo, non appena il Sultano migrerà verso il Valhalla. Sempre che Maria Elena Boschi non metta il veto sulle colleghe in uscita da Arcore.