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Stop auto benzina e diesel dal 2035. Marinelli (Fiom): “Manca chi produce batterie, l’investimento sul digitale. Manca come si produrrà l’auto del futuro”

Ad affermarlo è stato Simone Marinelli, coordinatore automotive Fiom-Cgil, intervenuto in merito alla questione dello stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, all'interno della trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi su Cusano Italia tv.

La preoccupazione c’è ma non per il salto tecnologico. Anzi, è anche un’opportunità per rilanciare il settore. Il problema è l’assenza totale di visione: manca chi produce batterie, l’investimento sul digitale. Manca come si produrrà l’auto del futuro. Siamo passati dal produrre 2 milioni di veicoli alla fine degli anni ’90, a poco più di 500mila nel 2022. 1 milione e mezzo di veicoli abbiamo perso dalla fine degli anni ’90 al 2022”,

Ad affermarlo è stato Simone Marinelli, coordinatore automotive Fiom-Cgil, intervenuto in merito alla questione dello stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, all’interno della trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi su Cusano Italia tv.

Commentando l’ultimo voto a Strasburgo, con il quale l’Europa ha scelto di mettere definitivamente al bando a partire dal 2035 la vendita di nuovi veicoli leggeri a motore termico, Simone Marinelli ha affermato: “Il problema del passaggio all’auto elettrica “è l’assenza totale di visione. Manca chi produce batterie, l’investimento sul digitale. Manca come si produrrà l’auto del futuro. Siamo passati dal produrre 2 milioni di veicoli alla fine degli anni ’90, a poco più di 500mila nel 2022. Abbiamo perso 1 milione e mezzo di veicoli. Manca una visione politica: c’è bisogno di un investimento pubblico e privato per essere uno dei primi produttori in Europa. Purtroppo i vari governi sono stati molto disattenti. Il problema degli incentivi è che il 60% dei soldi pubblici che abbiamo messo sugli incentivi alla domanda sono andati per comprare veicoli prodotti fuori dal nostro Paese. Quando investiamo soldi della fiscalità generale, dobbiamo anche porci una domanda, di che cosa quei soldi lì generano in termini di occupazione, di produzione industriale e quindi di PIL”.

Dal Pnrr sono stanziati più di 713 milioni per le colonnine di ricarica da installare in città e sulle superstrade“Il PNRR parla di idrogeno ma non di automotive. Ci sono passaggi sul trasporto pubblico locale ma non c’è alcun passaggio per l’automotive. La macchina a batteria sarà un passaggio che ci servirà una volta che sarà pronta la sfida con l’idrogeno. Però oggi rischiamo, come Paese, di perdere la sfida con gli altri Paesi europei”.

Risponendo alla domanda “Nello sviluppo delle auto elettriche la Cina sta dominando la scena con una quota di mercato del 55% di tutti veicoli non a combustione presenti nel mondo, mentre il mercato in Europa, Stati Uniti e Canada procede più a rilento“, l’esponente della Fiom ha poi concluso: “Oggi abbiamo un solo produttore nell’automotive. Siamo in un monopolio, anche se poi si è saputo diversificare andando verso la Germania, la Francia. Per la fine di marzo presenteremo un lavoro, abbiamo messo a confronto le politiche industriali di Francia, Germania e Spagna, insieme a Federmeccanica, la nostra controparte, al governo per dire: siamo in ritardo, rischiamo la deindustrializzazione”.