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Non ci sono soldi per le case degli italiani. Ma ci sono per le armi a Zelensky

“Non c’erano alternative”. Così il ministro Giorgetti ha provato a giustificare il demenziale provvedimento contro il superbonus ed i vari bonus per gli interventi sulle abitazioni.  Con immediata condivisione da parte del circolo della Garbatella. E invece le alternative ci sarebbero state,  se il governo atlantista non si fosse incaponito a finanziare la guerra di Biden e Zelensky,  fornendo armi pagate con i soldi tolti agli italiani.

Armi che, tra l’altro, sono poi state recuperate nelle mani dei terroristi jihadisti.  È bello sapere che il denaro tolto alle famiglie italiane serve per finanziare il terrorismo. Ma anche per nutrire i maiali spagnoli. Perché le “fondamentali risorse alimentari” – prodotte dall’Ucraina e che il blocco navale russo impediva di consegnare ai Paesi poveri dell’Africa – sono finite anche in Spagna per i suini, solo perché gli allevatori iberici potevano pagare di più rispetto ai disperati africani.

Ma gli ex sovranisti trasformati in atlantisti tacciono. E tacciono anche sull’indagine del premio Pulitzer statunitense Hersh che ha confermato ciò che era già evidente a tutti coloro che non sono al soldo di Biden: il sabotaggio dei gasdotti North Stream è stato organizzato e realizzato dagli Stati Uniti.  Dunque l’Europa è costretta a strapagare il gas nordamericano perché i nordamericani hanno distrutto il gasdotto europeo.  I soldi per accontentare i burattinai di Biden ci sono,  per le case degli italiani no.

Già,  le case degli italiani.  Quelle case che,  secondo gli atlantisti di Bruxelles,  devono essere ristrutturate con una spesa media per famiglia di oltre 50mila euro. Una spesa che rappresenterebbe la definitiva scomparsa della classe media italiana con la proletarizzazione della popolazione.  Il sogno di tutti coloro che vogliono trasformare l’Italia nel Bangladesh d’Europa, con gli schiavi fatti arrivare dall’Africa per mettersi in concorrenza con gli italiani e contendersi un pezzo di pane.

Un capolavoro,  quello di Giorgetti e della destra fluida di governo.

Augusto Grandi