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Ambiente

Crisi idrica, dal Trentino una proposta di azione su sostenibilità

Continua la fase critica dell’acqua presente in Trentino e precisamente nei bacini idrografici di malga Bissina e malga Boazzo attualmente non si superano i 12 milioni di metri cubi d’acqua. I due invasi dell’Alto Chiese, situati nel grande massiccio dell’Adamello, rappresentano solo il 16% della loro capacità totale, un livello che copre a malapena le riserve strategiche assegnate ai due impianti per fornire la rete speciale del servizio elettrico a vantaggio del sistema elettrico nazionale .

Questa la situazione è stata confermata anche durante il sopralluogo del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina, assieme ai tecnici dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, Sandro Rigotti (responsabile del Servizio grandi derivazioni idroelettriche) e Nadia Zorzi, al sindaco di Valdaone Ketty Pellizzari e ai rappresentanti di Hydro Dolomiti Energia srl (gestore degli impianti) Michele Buratti e Siro Fioroni. Una “visita” in quota salutata da una tenue nevicata (dieci centimetri di neve fresca, in aggiunta ai 50 centimetri già presenti al suolo) che non basta a invertire la tendenza se in primavera non arriveranno abbastanza precipitazioni.

“Purtroppo – così Tonina – vediamo da vicino la scarsità di acqua, di questa risorsa che è sempre più preziosa. Ecco perché dobbiamo dedicare una sempre maggiore attenzione per continuare i nostri sforzi su sostenibilità, investimenti, responsabilità e risparmio. In linea con i passi concreti finora compiuti dal Trentino e con gli obiettivi strategici adottati attraverso gli importanti documenti approvati durante la Legislatura provinciale”. Una direzione di marcia che può essere anche un contributo per il confronto sulle linee di azione a livello nazionale.

“Il Trentino, infatti, è pronto a fare la propria parte, anche in questo momento di grande difficoltà del nostro Paese”, afferma Tonina, facendo riferimento ai passi avviati dal governo e alla possibile istituzione di un commissario per l’emergenza siccità. Una valutazione che però dovrà tenere conto dell’effettiva disponibilità d’acqua in Trentino e della necessità di salvaguardare i fabbisogni dell’agricoltura di montagna, un settore che comunque nel nostro territorio ha saputo investire in innovazione e in un’irrigazione efficiente e a basso consumo idrico.“Auspichiamo allo stesso tempo che nel confronto nazionale – precisa il vicepresidente – venga data priorità agli investimenti e alla tecnologia. Lo dico soprattutto riguardo alle regioni vicine, che in determinati momenti dell’anno hanno un particolare fabbisogno di acqua: in futuro, contando la ridotta disponibilità idrica, è necessario programmare gli interventi, ad esempio per i bacini di accumulo e per l’efficientamento tecnologico delle reti di distribuzione irrigua”.

C’è poi un importante appuntamento che si sta avvicinando, prosegue Tonina, sul quale lavorare: “In occasione della Giornata mondiale dell’acqua cercheremo di lanciare un ulteriore messaggio per responsabilizzare ciascuno di noi sulla necessità di tenere comportamenti virtuosi e di sprecare meno acqua possibile. Sarà un momento per condividere il messaggio anche con i ragazzi delle scuole, che sono protagonisti sul tema della sostenibilità”.

Il sopralluogo ha consentito di dare uno sguardo aggiornato sui dati. Il volume idrico complessivo del Trentino (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni. Erano 141 una decina di giorni fa, in occasione del sopralluogo effettuato da Tonina a Santa Giustina. L’attuale grado di riempimento è quindi pari al 32%.Nello specifico, negli invasi presso le dighe di Malga Bissina (1.790 metri sul livello del mare) e di Malga Boazzo (1.227 metri s.l.m.) alla data del primo marzo risultano presenti 11,7 milioni di metri cubi di acqua, rispettivamente circa 9 a Bissina e 2,2 milioni a Boazzo). La percentuale di riempimento varia dal 15,8% di Bissina al 18,8% di Boazzo. Ciò corrisponde al 16% di riempimento sulla capienza complessiva di 71,8 milioni di metri cubi.

Laghi e fiumi

A soffrire sono anche i laghi naturali (anche se molti sono regolati artificialmente) e i fiumi. Il Garda registra un volume (al primo marzo) di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Il livello del lago è 46 centimetri sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i +99 centimetri della media di questo periodo dell’anno.Caldonazzo è a +21 centimetri sullo zero idrometrico, rispetto ai +50 di media del periodo.I quattro fiumi in uscita dal Trentino hanno valori di portata ridotti. Per l’Adige alla stazione idrometrica di Ponte San Lorenzo a Trento è stato misurato il 28 febbraio scorso un dato medio giornaliero inferiore del 50% rispetto alla media storica del periodo. Il Brenta a Grigno nello stesso giorno ha registrato un deficit del 30%, sempre considerando il raffronto con il valore medio storico del periodo.Nel mese di gennaio l’apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell’ultimo decennio. Apporto idrico che, a febbraio, per il Chiese – immissario del lago d’Idro – è stato stimato in 2,5 metri cubi al secondo medi, rispetto ai 4,5 valutati sull’ultimo decennio.