“Bisogna farli entrare tutti, senza se e senza ma”. “Stiamo lavorando per farne arrivare mezzo milione in un anno”. “Ma mezzo milione di clandestini in un anno non ci sono”. “Allora mezzo milione in due anni”. Un dialogo a distanza non troppo surreale tra Elly Schlein e il cognato ministro Lollobrigida. Basato sulle rispettive dichiarazioni reali. E se la posizione della nuova segretaria del Pd è perfettamente in linea con il personaggio, quella del cognato ministro rappresenta l’ennesima inversione di marcia rispetto alle promesse elettorali.
Elly Schlein? “Incarna al meglio la nuova sinistra fucsia e radical-chic, nemica della classe media lavoratrice, nemica della classe operaia, nemica delle famiglie. La sua agenda è quella di Sanremo: gender fluid, filo-Ue, Nato e guerra, trans-femminista e gretina, contro le auto e le prime case. Un ottimo “prodotto” delle élites liberiste e mondialiste”.
Così la definisce Marco Rizzo, leader del partito comunista.
Manca, invece, una definizione del ministro (per meriti parentali) dallo schieramento della destra fluida di governo. Solo alcuni esponenti si sono limitati a prendere le distanze dalle dichiarazioni immigrazioniste, ma senza esagerare per non disturbare la famiglia di Giorgia Meloni. Tutti hanno fatto finta di dimenticare le promesse di blocco navale da parte di lady Garbatella. D’altronde la prima ad avere rinnegato le promesse è stata proprio la leader della destra fluida.
Si è preferito sottolineare che Lollobrigida si era spiegato male, che il mezzo milione era riferito a 5 anni e non a quest’anno. Con la giustificazione che il governo non è capace a comunicare, come dimostrato dalla curiosa fuga di alcuni professionisti degli uffici stampa ministeriali. E lo si è visto anche in occasione degli attacchi di Schlein contro Piantedosi. Quando la neosegretaria ha accusato il ministro degli interni di non capire i drammi dei clandestini perché non ha mai vissuto esperienze di questo tipo. E nessuno, tra gli esperti della comunicazione governativa, che abbia chiesto a Schlein quali esperienze di sbarchi di migranti abbia affrontato sui laghi svizzeri o durante lo stage con Obama.
Nulla di nulla. Perché, in fondo, va bene così a tutti. Una politica interscambiabile, dove un cognato ministro potrebbe tranquillamente far parte dello schieramento di Elly, tra una sardina ed un gretino. Tutti impegnati a far sbarcare l’esercito industriale di riserva per eliminare i lavoratori italiani che ancora pretendono di difendere i propri diritti sociali invece di occuparsi dei cessi per chi si sente fluido.
Augusto Grandi