Anche i piccoli comportamenti quotidiani possono contribuire a difendere l’acqua, una risorsa sempre più preziosa e minacciata. L’uso corretto e la tutela del nostro “oro blu” è un obiettivo che non si può raggiungere senza l’impegno di ciascuno di noi. Ecco perché è fondamentale seguire le “buone regole” per il risparmio idrico in casa, che fanno parte della campagna informativa “IO H₂O – Un futuro da difendere”, lanciata dalla Provincia autonoma di Trento per sensibilizzare i cittadini in occasione della Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) del 22 marzo.
“Sul tema idrico, come sappiamo, la situazione resta critica. A fronte di un percorso su innovazione e investimenti che richiederà tempo, il risparmio è la prima e più importante azione da mettere in campo. Lo dico rivolgendomi a tutti i cittadini. Serve il contributo di tutti: solo in questo modo, con un’attenzione quotidiana e anche nelle piccole cose, possiamo raggiungere un beneficio collettivo preservando questo inestimabile tesoro”. Così il vicepresidente e assessore all’ambiente Mario Tonina, che oggi nella sede della Provincia ha illustrato le iniziative assieme al dirigente generale del Dipartimento territorio e trasporti, ambiente, energia, cooperazione Roberto Andreatta e alla dirigente generale dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia (Aprie) Laura Boschini.
Come hanno chiarito Tonina e i tecnici, il risparmio è l’azione più tempestiva da attuare in una fase come quella attuale di deficit idrico (disponibilità di risorsa inferiore rispetto ai consumi ordinari). Le deboli precipitazioni del mese di marzo non hanno finora invertito la tendenza. L’indice di “siccità meteorologica” è risultato negativo a febbraio 2023 (mese totalmente asciutto) mentre l’indice che considera la ricarica della falda rimarrà negativo probabilmente almeno fino al prossimo autunno. Inoltre, sulle cime delle montagne è presente il 50% in meno di risorsa idrica immagazzinata nella neve.“È chiaro che in questo scenario l’impegno della Provincia autonoma di Trento e di tutte le realtà territoriali è a 360 gradi – ha aggiunto il vicepresidente -. Come testimonia, tra le diverse iniziative, il Piano irriguo provinciale per gli interventi di risparmio dell’acqua di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi. Ma questa è una sfida che non vinciamo se non andiamo tutti nella stessa direzione”. Anche le cose più semplici, come chiudere il rubinetto lavandosi i denti, producono risparmio e un beneficio diretto o almeno collettivo.Con un uso attento si può infatti risparmiare più del 50% dell’acqua consumata normalmente con evidenti benefici anche sulla bolletta e sui costi energetici collettivi, se l’acquedotto è dotato di un impianto di sollevamento (sia per la fornitura d’acqua che per lo smaltimento).
“L’acqua – puntualizza Tonina – è un bene troppo prezioso per sprecarlo; nei nostri acquedotti, specialmente quelli più piccoli, lo spreco di ciascuno si riflette su tutti e quando i serbatoi vengono svuotati perché i consumi superano le portate in entrata, tutti rimangono a secco. Ecco perché il risparmio di ciascuno è fondamentale”.Ci sono poi le altre soluzioni in campo, che riguardano le strutture della rete idrica e le inefficienze da sanare, e richiedono investimenti e tempi più lunghi per dare dei benefici.Il percorso però è stato avviato. La Provincia, come è stato ricordato durante la presentazione, ha realizzato negli anni, con la collaborazione dei Comuni, un sistema informativo che raccoglie tutti i dati degli 800 acquedotti ed ha raccolto la stima degli interventi che, pur con diverse priorità, saranno necessari nei prossimi anni, con un preventivo di spesa di oltre 400 milioni di euro. “È un tema, questo, su cui occorre lavorare nell’ottica della collaborazione tra Amministrazione provinciale ed enti locali” conclude il vicepresidente.Il Trentino si è mosso in modo efficiente, come testimoniano i progetti per il bando PNRR, mirati alla riqualificazione delle reti acquedottistiche e promossi dai rispettivi enti locali. Sono stati ammessi ma non finanziati per mancanza di risorse gli interventi presentati da parte dei Comuni di Rovereto, Porte di Rendena, Pinzolo, Comano Terme, Predaia, Sella Giudicarie, Cavedine, Baselga di Piné, Pieve di Bono-Prezzo, Valdaone, Tenno, Carisolo, Giustino, Ville d’Anaunia, Andalo (capofila con altri 7 Comuni), Tione di Trento, Vallelaghi, Tre Ville, Caderzone, Bocenago, Primiero-San Martino di Castrozza, per un totale di circa 145 milioni.Come sottolinea il vicepresidente Mario Tonina, su un tema che proprio oggi viene portato all’attenzione negli incontri istituzionali a Roma dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, sarebbe necessario per il Trentino poter contare sui finanziamenti per l’insieme di progetti di maggiore efficienza e risparmio idrico presentati dal territorio. La dotazione ideale, conclude il vicepresidente, sarebbe di circa 300 milioni, contando anche gli investimenti di Comifo e Consorzio trentino di bonifica (di circa 80 milioni) e ulteriori progetti per invasi e miglioramenti.
“L’acqua è una risorsa che ha molteplici utilizzatori ed un fabbisogno che entro il 2050 avrà superato il 20-30% dell’impiego attuale – precisa Roberto Andreatta, dirigente generale del Dipartimento territorio e trasporti, ambiente, energia, cooperazione –. Questa crescita della domanda, insieme ai cambiamenti climatici, contribuiranno ad accrescere i livelli di stress idrico mondiali. Serviranno pertanto scelte di selezione motivate, ma soprattutto ancorate a rigorose analisi di consumo, contemplando agricoltura, industria, settore idropotabile e, da noi, anche quello della produzione di neve artificiale”.“L’acqua, come tutte le altre risorse naturali, va usata con parsimonia ed equilibrio tenendo conto del suo utilizzo finale – sottolinea la dirigente di Aprie Laura Boschini –. L’acqua potabile in particolare dovrebbe essere destinata solo a questo uso primario . I prossimi investimenti sulle reti del servizio idrico saranno determinanti a questo fine”.