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Litiga con la vicina a causa del cane e la minaccia con una pistola scacciacani – denunciato dai carabinieri di Pergine

Ad inizio settimana in alta Valsugana una donna è corsa dai Carabinieri di Pergine Valsugana, spaventata da quanto accadutole poco prima all’esterno della sua abitazione.

 La vittima ha un cane che probabilmente, abbaiando, infastidisce chi abita in quei pressi, ma in questo caso il vicino esasperato ha davvero esagerato. 

Difatti, l’uomo, ha deciso a seguito dell’ennesimo alterco con la donna, proprio a causa del cane, di entrare nel suo fondo e di minacciarla con un’arma I Carabinieri, senza perdere tempo, hanno effettuato una perquisizione d’iniziativa ritrovando all’interno dell’abitazione del reo, la pistola usata poco prima per minacciare la donna, una vecchia scacciacani, priva dei congegni di armamento e del tappo rosso. Anche in questo caso la tempestività della segnalazione ha consentito il rapido intervento dei Carabinieri, che hanno così scongiurato una potenziale “escalation della tensione tra vicini. Per la persona denunciata vige comunque a norma di legge il principio dell’innocenza fino a quando la colpevolezza non sarà eventualmente provata con sentenza passata in giudicato.  

Al contempo nella scorsa settimana i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Borgo Valsugana hanno denunciato, in bassa Valsugana una persona per aver messo in opera, in maniera continuata, un’attività di gestione e deposito di rifiuti non autorizzata. I fatti risalgono al 9 marzo durante gli accertamenti su un fondo limitrofo, appartenente ad altra proprietà, i Carabinieri notavano nel fondo adiacente un deposito di rifiuti pericolosi quali batterie d’auto, bombole di gas esauste adagiate sul terreno e numerosi fusti di olio, nonché un grosso quantitativo di materiale ferroso accatastato sul terreno, in prossimità dei binari del treno. Ai Carabinieri di Borgo, non è rimasto che documentare il tutto ed accertare successivamente, l’identità del responsabile, risultato poi essere un uomo che svolgeva da sempre attività di vendita di materiale ferroso.

Dopo aver informato l’autorità giudiziaria, i Carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo – successivamente convalidato dal G.I.P. di Trento – del terreno di circa 400 mq e alla messa in sicurezza dell’area. È stata, inoltre, informato l’ente competente (Comune) per l’emissione di un’ordinanza di ripristino immediato dei luoghi. Il codice ambientale prevede in questi casi una pena edittale dell’arresto da sei mesi a due anni di reclusione ed un’ammenda fino a 26.000 euro.  Per la persona denunciata vige comunque il principio dell’innocenza fino a quando la colpevolezza non sarà eventualmente provata con sentenza passata in giudicato.