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Mutui. Per Sileoni (Fabi): “Tassi d’interesse destinati a salire ancora almeno fino a seconda parte dell’anno”

Sileoni ha esordito proprio parlando dell'aumento dei tassi d'interesse dei mutui, specificando: "I tassi sono destinati a salire ancora. Ci sono banche che fanno offerte ampiamente superiori al 5%. S

Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, la Federazione autonomi bancari italiani, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus per parlare, tra le varie, dell’andamento dei tassi d’interesse e sulla solidità del sistema bancario italiano.

Sileoni ha esordito proprio parlando dell‘aumento dei tassi d’interesse dei mutui, specificando: “I tassi sono destinati a salire ancora. Ci sono banche che fanno offerte ampiamente superiori al 5%. Solo nella seconda parte di quest’anno è prevista una stabilizzazione da parte della Bce che deve far fronte ad un tasso d’inflazione importante. La maggior parte dei mutui in essere nel nostro Paese è fortunatamente a tasso fisso, purtroppo le rate dei mutui a tasso variabile sono cresciute anche del 50%. Per le banche la situazione a medio periodo dovrebbe essere gestibile e non mi aspetto un incremento rilevante delle sofferenze bancarie, quindi delle famiglie che non riescono a pagare le rate. Le famiglie in questo momento chiedono meno prestiti per comprare abitazioni, c’è una certa prudenza in questo momento da parte dei cittadini. La Bce sta capendo finalmente che la politica di puntare tutto sull’aumento del costo del denaro per diminuire l’inflazione non è la soluzione. L’aspetto assurdo è che all’aumento dei tassi sui prestiti e sui mutui non corrisponde mai un aumento dei tassi attivi a favore della clientela che ha depositato i propri risparmi sui conti”. 

Successivamente, prima di concludere, il presidente della Fabi ha trattato il delicato tema della solidità del sistema bancario italiano: “La Bce ha una vigilanza, solo per l’Italia la Bce controlla i 15 istituti principali, gli altri sono controllati da Bankitalia. La Banca d’Italia sta controllando la situazione delle piccole medio-banche e non ci sono situazioni pericolose. Ci sono un paio di situazioni da tenere sott’occhio e toccano piccoli territori e piccole banche. Le grandi banche sono vigilate dalla Bce che non fa sconti a nessuno, la sua rigidità ha garantito una trasparenza e una buona gestione delle principali banche. La vicenda di Credit Suisse ha riguardato la Svizzera che non è nell’UE”.