Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotto da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus, per parlare nello specifico della delicata questione del definanziamento della Sanità pubblica.
Il Presidente della Fondazione Gimbe ha esordito proprio trattando il delicato tema del definanziamento della Sanità, affermando: “Il Def 2023 conferma che la sanità pubblica non rappresenta una priorità neppure per l’attuale governo, così come per i precedenti. Ci saremmo aspettati una minima iniezione in più di denaro pubblico, invece si va indietro. I governi non credono che investire nella sanità pubblica abbia un ritorno elettorale e in termini di sviluppo economico del Paese. Tutti gli altri Paesi si sono resi conto che il livello di salute e di benessere della popolazione porta un beneficio a livello economico”.
Proseguendo nel suo intervento, Nino Cartabellotta, ha poi aggiunto: “Siamo uno dei Paesi più longevi d’Europa, ma qui si invecchia male e ci sarebbe bisogno dunque di un potenziamento del SSN. Le liste d’attesa aumentano a lunghezze non più gestibili, la gente deve andare a curarsi nel privato, chi non ha soldi o si impoverisce o rinuncia alle cure. Ora stiamo cominciando a toccare con mano una serie di conseguenze legato a un complessivo disinteresse della politica rispetto al SSN. In alcune Regioni anche il privato comincia ad entrare in difficoltà.”
Infine, concludendo, Cartabellotta ha asserito: “Noi dobbiamo distinguere la crescita delle grandi holding private da quella che è l’offerta complessiva del pubblico-privato nelle varie aree del Paese. Il nord ha una capacità produttiva di prestazione di 10 volte superiore al sud. Il problema è che non si riesce a mantenere un accesso ai servizi sanitari di qualunque natura che siano pubblici o privati”