Il Trentino si presenta unito per quanto riguarda la gestione dei grandi carnivori presenti nella zona e ciò richiede un cambiamento degli strumenti attualmente in uso. Grazie al dialogo con i portatori di interesse, è emersa l’esigenza di controllare gli orsi presenti in Trentino con prelievi appropriati, stabilendo una quota di compatibilità sociale, e di eliminare gli esemplari problemi e pericolosi attraverso l’abbattimento, senza più considerarlo un tabù.
L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali e di diverse categorie economiche che, concordi sulla necessità di trovare un equilibrio tra uomo e natura, hanno discusso come risolvere la situazione. Il futuro della montagna trentina, che è la sua maggiore ricchezza, dipende anche dal controllo dell’orso e del lupo. La Provincia autonoma di Trento deve adottare un approccio che tenga conto dell’umanizzazione dei singoli esemplari e del fatto che il loro numero deve essere sostenibile per il territorio.
Non esiste uno strumento valido per la prevenzione basato sul radiocollare e lo sparo di pallettoni di gomma non ha dimostrato di avere un impatto significativo sui comportamenti degli orsi. Al contrario, lo spray anti-orso si è dimostrato efficace nel rendere diffidenti gli esemplari che si avvicinano agli insediamenti. L’abbattimento degli orsi pericolosi è l’unica soluzione percorribile, come avviene in altri paesi europei e in Nord America, e la prevenzione deve essere accompagnata da opportuna informazione, diffusa anche sui social.
Ai fini dell’efficacia delle azioni di dissuasione messe in campo dal Corpo forestale trentino, si è osservato quindi come lo sparo di pallettoni di gomma nella stragrande maggioranza dei casi non cambi il comportamento degli orsi confidenti e dovrà necessariamente lasciare spazio allo spray anti-orso. Uno strumento sul quale si sono espressi favorevolmente Viminale e Ispra e che ha un’efficacia del 95% nel rendere diffidenti gli esemplari che si avvicinano agli insediamenti. Intanto, prosegue il piano di sostituzione dei cassonetti avviato nel 2020 con i territori della Paganella e della Val di Sole e sarà completato nel 2028, secondo quanto previsto dal piano rifiuti.
“Di fronte ai plantigradi pericolosi, l’unica soluzione percorribile è quella dell’abbattimento, così come avviene in altri Paesi europei e in Nord America. Ne va della convivenza tra l’uomo e questi animali” ha evidenziato Zanotelli. Proseguirà infine l’attività di prevenzione con la necessaria informazione: “Gli strumenti ci sono e sono stati approntati dai Servizi foreste e faunistico con la collaborazione dell’Ufficio stampa. L’invito rivolto alle categorie economiche è di favorire la diffusione del materiale: ci sono video e depliant adatti anche per i social. È necessario l’impegno di tutti”.