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Salario Minimo? Per l’economista Undiemi: “Per la sinistra questa è una grossa cantonata. Ci si ferma purtroppo alla superficie del tema”

L'economista Undiemi ha esordito proprio affrontando il delicato tema del salario minimo, affermando: "Per la sinistra questa è una grossa cantonata.

Lidia Undiemi, economista e consulente tecnica in vertenze di lavoro in favore di dipendenti , è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” condotta da Gianluca Fabi e Ilaria Sambucci su Radio Cusano Campus per parlare, tra le varie, della proposta sul salario minimo, del possibile aumento del Pil e della transizione ecologica.

L’economista Undiemi ha esordito proprio affrontando il delicato tema del salario minimo, affermando: “Per la sinistra questa è una grossa cantonata. Ci si ferma purtroppo alla superficie del tema. Il sistema delle elite finanziarie è quella di utilizzare termini rassicuranti come il salario minimo per favorire la competitività, la concorrenza e la produttiva dei mercati a scapito dei salari dei lavoratori. Nei protocolli del Mes-Troika emerge che il salario minimo legale, così come concepito dall’Europa, prevede che possa esserci un adattamento in base all’andamento dei mercati. Se noi facciamo stabilire i salari alla politica, oggi la politica dà, domani la politica può togliere, in base ai mercati. Vogliono spacciare una cosa che serve ai mercati come qualcosa che serve ai lavoratori. Serve un rafforzamento della contrattazione collettiva, bisogna semplicemente tornare indietro e cercare di ripristinare il potere dei lavoratori”.

Proseguendo Lidia Undiemi ha trattato anche il tema del possibile aumento del Pil: “Non siamo ancora nelle condizioni di poter avere dei dati con le certezze. Usciamo da anni di crisi profonda segnati dalla gestione del covid. E soprattutto è anche la tipologia di crescita che fa la differenza. Dobbiamo attendere almeno qualche anno per capire che tipo di crescita sia. Se l’economia cresce, ma gli stipendi no, la crescita per chi è?”.

Infine, prima di concludere il suo intervento, l’economista si è soffermata anche sulla tematica legata alla transizione ecologica, asserendo: “La situazione è abbastanza complessa, stiamo assistendo a un paradosso. Da un lato l’Europa chiede maggiore concorrenza e procediamo con liberalizzazione. Dall’altra parte si prova a imporre un certo modello di sviluppo economico con la transizione ecologico. Quindi si crea un corto circuito. E’ chiaro che quando l’Europa interviene con delle norme per la riconversione, cerca di guidare l’economia che però resta in mano ai privati”.