Una stanza per aiutare le donne in dolce attesa a capire le ragioni per cui vogliono abortire. Questa l’iniziativa nei fatti promossa dall’ospedale Sant’Anna di Torino – così come riportato da TGCOM24 – il principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte. Qui è stata istituita la “stanza dell’ascolto”, un luogo in cui le donne che stanno pensando di interrompere la gravidanza possono incontrare i volontari del Movimento per la Vita. L’obiettivo di questa iniziativa, destinata a scatenare polemiche politiche, è quello di dissuadere le donne dal compiere tale scelta e offrire loro supporto per superare le difficoltà che potrebbero spingerle verso l’aborto.
Secondo dati recenti e così come riportato da TGCOM24, il Sant’Anna di Torino è il primo ospedale in Italia per il numero di parti, ma è anche il primo in Piemonte per il numero di aborti. È proprio per questo motivo che la Città della Salute e la Federazione Movimento per la Vita hanno firmato una convenzione per istituire questa stanza dedicata all’ascolto delle donne in difficoltà.
L’iniziativa è stata salutata positivamente dall’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, che sostiene che quando una donna si sente abbandonata di fronte alla sfida della maternità, le istituzioni subiscono una drammatica sconfitta. Pertanto, aprirne uno spazio nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte è un passo importante per la comunità.
Secondo il Movimento per la Vita italiano: “È un passaggio storico molto importante per l’autentica tutela della donna, della maternità e della vita che mi auguro diventi un buon esempio per altre realtà in Italia, anche alla luce della grave emergenza demografica. I nostri volontari saranno opportunamente formati e, forti della lunga esperienza maturata dai nostri Centri, opereranno con empatia, rispetto e discrezione, accanto alle donne che sono troppo spesso vittime della solitudine, del disagio sociale e della precarietà economica. Ci impegneremo perché ogni donna, se lo richiederà, possa valutare alternative che non la facciano sentire costretta a ricorrere all’aborto, permettendole di non essere sola e di avere così la forza e i mezzi per accogliere il proprio figlio”.
Nel corso dei colloqui nella stanza dell’ascolto, i volontari del Movimento per la Vita non solo proveranno ad aiutare le donne a superare le cause che potrebbero spingerle verso l’aborto, ma forniranno anche aiuti concreti ed economici attraverso la rete dei centri dislocati in tutto il Piemonte, il fondo Vita Nascente della Regione Piemonte e progetti specifici del Movimento per la Vita.
Tuttavia, l’iniziativa ha già creato tensioni politiche. Il Partito Democratico (Pd) ha criticato duramente quest’iniziativa, considerandola un’umiliazione nei confronti delle donne e una forma di violenza psicologica istituzionalizzata. La deputata M5S, Chiara Appendino, ha definito l’iniziativa un delirio oscurantista contro le donne e la loro dignità e libertà. Anche i radicali e la Cgil hanno espresso la loro disapprovazione.