È noto che l’approccio economico dell’amministrazione Fugatti non ha avuto certo come obiettivo il bene dell’Emilia Romagna. L’assegnazione diretta di un appalto di 500 mila euro, più altri 650 per l’adeguamento a un unico ente, senza il bando previsto per legge, è una manovra che disprezza i contribuenti, i quali vedono i loro soldi gettati nel cestino dei rifiuti.
Ora, nella speranza di coprire l’ultimo buco, hanno aumentato i prezzi dei biglietti, sperando di poter presentare qualche euro in più come una sorta di trionfo.
Dopo l’ultimo fallimento, l’organizzazione ha tentato in maniera disperata e poco chiara di riempire un programma con persone e attività di cui non si conosce la validità.
È come se una persona, entrando in un supermercato senza la lista della spesa, mettesse nel carrello un po’ di tutto, sperando che a casa piaccia qualcosa.
Ma qui non stiamo parlando di fare la spesa, ma di sperperare grandi somme di denaro senza una ragione valida e senza conoscenza. È una mossa alquanto sconsiderata. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere con altri appalti in altri settori.
Inoltre, non si vede traccia di artisti trentini. Tutti a casa: musicisti, discografici, insegnanti, ballerini, acrobati, associazioni di vario tipo, bande musicali, cori, direttori artistici.
Non c’è nulla di locale, come se fossimo tutti ignoranti. Forse per gli organizzatori, l’unica cosa che conta è il denaro.
È un comportamento da non ripetere mai più. Spero che con le prossime elezioni si possa cambiare questa situazione insostenibile, finanziata con i soldi dei contribuenti trentini.
E-Drummer, Producer & Sound Engineer
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