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Paragone: “Il libro di Vannacci? Un rutto liberatorio”

“Quel libro è stato un rutto liberatorio…”, con queste parole è intervenuto Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, nel corso di un’intervista alla trasmissione “Fino a qui tutto bene” su Radio Cusano Campus. Paragone ha voluto con l’occasione esprimere il suo pensiero sul libro del generale Roberto Vannacci, sottolineando come questo abbia rappresentato una sorta di “rutto liberatorio” per coloro che fino a quel momento erano rimasti in silenzio per evitare scomodità.

Paragone ha sottolineato l’esistenza di un solido consolidato culturale nel Paese e ha affermato che, sebbene ad alcuni progressisti e persone con una raffinatezza culturale possa sembrare giusto liberare i bambini dagli schemi binari riguardanti uomo e donna, è difficile spiegare questa concezione al popolo poiché molti considerano questa forzatura come una violenza. Il fondatore di Italexit ha ricordato le reazioni di sua nonna alla vista di uomini con le unghie smaltate e ha citato una canzone di Gaber, sottolineando che, sebbene oggi sembri che tutto sia permesso, bisogna chiedersi se si ha la libertà di pensare diversamente rispetto ai modelli sociali e culturali imposti.

“C’è un consolidato culturale – afferma Paragone – che è cementato nel Paese. Lo so che ai progressisti, a quelli che hanno una raffinatezza culturale, deve apparire giusto liberare i bambini da questo schema binario uomo-donna e quindi qualcuno pensa che sia giusto che il bambino giochi con i giocattoli della bambina, però glielo vai a spiegare al popolo, il popolo ti dice: tu stai forzando, stai compiendo una violenza. Per mia nonna certe cose gireranno sempre al contrario rispetto al suo modo di vedere le cose. Me le ricordo le sue facce quando vedeva gli uomini pittati con lo smalto. Lo diceva già Gaber in “Si può”, diceva che oggi si può fare tutto, a nessuno viene negato alcunché, ma diceva anche puoi fare tutto e vuoi avere anche la libertà di pensare?”

Paragone ha poi aggiunto che: “Se qualcuno osa pensare qualcosa di diverso e rompere il meccanismo di scrittura per arrivare ad una modellazione sociale-culturale che hai scelto. Il libro del generale Vannacci è un rutto liberatorio per tutti quelli che stavano zitti per non avere scomodità. Tu puoi anche non frequentarlo, ma può avere la libertà di ruttare. La minoranza ha in mano le leve della comunicazione. Sul discorso del clima e dell’ambiente, se questi ragazzini pensano di essere più ecosostenibili di me o di mio nonno e tu gli chiedi: mi sai riconoscere un faggio o un castagno? Questi non sanno niente, di green non sanno niente. Il successo del libro Vannacci è figlio del giornalismo italiano che non ha più voglia di spiegare nulla”.

Paragone ha quindi concluso affermando che il successo del libro di Vannacci è dovuto al fatto che il giornalismo italiano non ha più la volontà di spiegare nulla, lasciando un vuoto di informazione che viene colmato da scritti e argomenti che parlano a un pubblico che si sente ignorato e non compreso dalle istituzioni e dai media tradizionali.

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