Alla fine è intervenuta la Polizia postale per bloccare gruppi e pagine su Facebook che sostenevano e appoggiavano Filippo Turetta, arrestato in Germania per l’assassino di Giulia Cecchettin. Della vicenda ne avevamo parlato qualche giorno fa, ricordando anche come questi fenomeni non erano stati isolati in questi ultimi anni.
Così come riportato da Il Messaggero, da Il Giornale e da Padova oggi non è comunque tutto dato che la Polizia postale sta vagliando la posizione degli utenti nel gruppo che hanno scritto commenti, valutando eventuali configurazioni di ipotesi di reato.
Nella presentazione del gruppo si affermava che si era contro l’accanimento nei confronti di Filippo Turetta e che “siamo persone che provano sentimenti per lui e che si augurano di poterlo conoscere al più presto. Donne interessate a scriversi con lui dal carcere”.
Nei fatti un’attività complessa quella che stanno svolgendo le forze dell’ordine che non riguarda solo gruppi e pagine facebook, ma che si basa anche sul monitoraggio di gruppi sul web volti a ledere l’immagine di Giulia Cecchettin e dei suoi famigliari. I soggetti che fomentano simili idee si dimenticano con troppa facilità che una ragazza è morta in un modo atroce e che fatti del genere potrebbero accadere a chiunque anche alla loro madre, moglie, sorella o figlia.
Un paragone che ad alcuni potrebbe sembrare inappropriato, ma forse è l’unico utile per far capire a certe persone che non si può scherzare su una tragedia.