“Non veniamo dal patriarcato, è inutile che ci giriamo intorno. Cento anni fa la donna non poteva dire la sua, non poteva votare, noi veniamo da quel retaggio, dal patriarcato, dal maschilismo. Il fatto di riconoscerlo è un passo avanti, la donna ha fatto di tutto per cambiare la situazione, ora tocca a noi, dobbiamo metterci in gioco tutti, cambiare, a partire dal linguaggio e dalla cultura. Ci vuole ancora molto per debellare il patriarcato, c’è tanto da fare, ma stiamo riconoscendo le cose, già questo è un passo in avanti”.
Così è intervenuto l’attore Alessio Boni, ospite del programma ‘I Lunatici’, condotto su Rai Radio2 da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalle 23 alle 3, parlando di uno dei temi più caldi del momento come quello del patriarcato e delle dinamiche relazionali uomo-donna.
Proseguendo nel suo intervento, Alessio Boni ha poi parlato della sua carriera, raccontando: “Se c’è stato un momento particolarmente duro? Sì. Avevo finito l’accademia d’arte drammatica, avevo fatto uno spettacolo meraviglioso con Giorgio Strehler. Che l’anno dopo è morto, non ho fatto la ripresa, perché non me la sentivo, e sono stato undici mesi senza fare nulla. A 27 anni sono tanti. Ho pensato di mollare, sono andato in depressione, ho fatto il pony express, il cameriere, ho fatto di tutto per mantenermi. Stetti male, mi svegliavo nudo spiaccicato sul pavimento, con neanche la voglia di andare al bar sotto casa a chiedere non caffè. Non volevo parlare, dialogare. Fabrizio Gifuni, carissimo amico, mi ha mandato da un medico che conosceva, che mi diede dei consigli. Sono tornato a casa, mi hanno accolto magnificamente, stavo chiuso in camera, non uscivo, non parlavo, ma mia madre mi ha rifocillato, non mi hanno detto nulla. Dopo un mese e mezzo mi sono ripreso, sono sceso, ho fatto quattro provini, uno l’ho vinto, ho fatto il protagonista di una serie e da lì è ripartito tutto. Poi subito dopo è arrivata ‘La meglio gioventù’.”.
Infine, concludendo il suo intervento, l’attore ha parlato anche della nuova serie di Rai 1 ‘Il metodo Fenoglio’, di cui è protagonista, specificando: “La prima puntata è andata bene, c’era una grande squadra, a partire dalla scrittura di Carofiglio, la regia di Casale e un cast d’eccezione. Sono stato fortunato”.