Ancora prematuro parlare di un abbassamento dei tassi di interesse alla luce delle chiare parole pronunciate da Powell venerdì 1° dicembre. La decisione della Federal Reserve (Fed) è quindi quella di mantenere invariati i tassi di interesse, confermando la politica restrittiva adottata per contrastare l’inflazione.
Secondo il presidente Powell, “è prematuro dire con certezza che il processo di aumento dei tassi d’interesse si sia concluso”, sottolineando che la Fed procederà con cautela e che è pronta a un’ulteriore stretta se dovesse diventare appropriato. La decisione di lasciare i tassi invariati è stata presa all’unanimità, con il saggio di riferimento fissato in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,50%.
Powell ha poi aggiunto che: “La Fed va avanti con cautela, mentre i rischi fra il fare troppo o troppo poco diventano più bilanciati”.
“Siamo pronti a un’ulteriore stretta, se dovesse diventare appropriato”.
La Fed è impegnata a riportare l’inflazione al 2% e a mantenere a livelli restrittivi la politica monetaria,”fino a quando non avremo fiducia che l’inflazione sia sulla strada di quel target”.
Nei fatti il mantenimento di una simile posizione può comportare politiche simili anche per quanto riguarda l’Eurozona con conseguenze dal punto di vista economico come, per esempio, il rallentamento della crescita economica, la riduzione di investimenti, il deprezzamento dei titoli azionari e obbligazionari e l’aumento del costo del debito sia pubblico sia privato.
Si saprà solamente nei prossimi mesi come la situazione si potrà evolvere da parte della FED anche se comunque le dichiarazioni rilasciate non hanno avuto strascichi particolari per quanto riguarda l’andamento dei principali indici europei e americani, chiaro segnale di come le dichiarazioni di Powell non siano una novità.