Vincenzo Mollica è stato ospite di Radio2 Social Club, condotto da Luca Barbarossa e Andrea Perroni, in diretta su Rai Radio2 dal lunedì al venerdì dalle 10.35 alle 12 per parlare, tra le varie, del suo spettacolo “L’arte di non vedere” e del suo rapporto con il Festival di Sanremo.
Lo storico giornalista ha esordito parlando del suo spettacolo, ‘L’arte di non vedere’: “Quanti anni al Tg1? Quaranta. Il primo anno ho fatto settanta servizi, il secondo centocinquanta, il terzo dai duecentocinquanta in su. Non solo per il telegiornale. Il primo servizio da Sanremo? Era il 1981. Mi spedirono a fare un servizio prima del Festival in cui dovevo intervistare Indro Montanelli e Gesualdo Bufalino. Furono entrambi molto generosi col Festival. Nello spettacolo ‘L’arte di non vedere’ racconto lo stato che ho vissuto nella mia vita. Da quando ci vedevo a quando ho perso la vista. Io posso dire con cognizione di causa ‘Mi fido ciecamente’.
Proseguendo, Vincenzo Mollica ha aggiunto: “Oggi non so dire se è meglio essere stato vedente o non vedente. Le cose si equivalgono. Gli incontri che mi sono rimasti dentro? Federico Fellini, Alda Merini, Andrea Camilleri, Fabrizio De André, Paolo Conte, Francesco De Gregori, potrei continuare a lungo”.
Infine, concludendo, Vincenzo Mollica ha parlato anche del pupazzo che lo raffigura fatto da Fiorello: “Il pupazzo fatto da Fiorello? Fu una sua invenzione, mi chiamò una mattina molto presto e mi disse che voleva utilizzarmi in Viva RaiPlay, però io avrei dovuto doppiare il pupazzo. Gli dissi che ero felice, perché quarant’anni prima ero entrato al Tg1 come persona e così ne sarei uscito come un pupazzo”.