“A marzo 2024 l’occupazione è cresciuta di altre 70mila unità rispetto a febbraio, in maniera equivalente per uomini e donne. Per quanto riguarda il lavoro dipendente, per la prima volta da circa due anni vi è una leggera ripresa dell’occupazione a termine che cresce comunque meno del lavoro stabile. Inoltre, la crescita stavolta riguarda più gli autonomi che i dipendenti, ma è presto per considerarlo un segnale significativo per il lavoro autonomo che negli ultimi mesi continuava a diminuire”.
A dichiararlo, attraverso una nota, è stato il segretario confederale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (Cisl), Mattia Pirulli, che nel proseguire nel suo intervento ha poi aggiunto: “Nel confronto annuale gli occupati a marzo 2024 superano quelli di marzo 2023 dell’1,8, con 425mila persone in più che lavorano, con un +3.6% di lavoro stabile in più e un -6% di lavoro a termine in meno. Nonostante due anni di andamenti positivi del nostro mercato del lavoro, con una crescita che ha riguardato anche giovani e donne, la bassa intensità lavorativa di queste due categorie resta il più grave problema del nostro mercato del lavoro, con tassi di occupazione e, soprattutto, di attività, ancora troppo inferiori alla media UE”.
Successivamente, Mattia Pirulli ha poi ulteriormente specificato: “Quindi il problema, assai più del lavoro precario, è che spesso giovani e donne neppure cercano lavoro. Questa è la principale causa delle difficoltà economiche di molte famiglie italiane. Situazione che appare paradossale a fronte delle continue segnalazioni da parte delle imprese che non trovano personale con le competenze adeguate e che, rischiano, pertanto, di non poter crescere. Occorre mettere in campo misure per mobilitare questi bacini di persone e facilitarne l’incontro con le necessità delle imprese”.
Infine, concludendo il suo intervento, il segretario confederale di Cisl, ha affermato: “Apprezziamo la volontà del governo di introdurre incentivi alle assunzioni, ma andrebbero maggiormente mirati: per i giovani occorre tornare allo sgravio contributivo totale dell’apprendistato; per sostenere il lavoro delle donne occorrono incentivi alle aziende che contrattano con il sindacato misure di conciliazione e condivisione del lavoro domestico e di cura. È tempo di investire su una formazione mirata e di qualità per innalzare le competenze dei troppi giovani e donne ancora fuori dal mercato del lavoro”.