“Da un punto di vista tecnico, i lavori del ponte sullo stretto di Messina potrebbero essere avviati e il ponte costruito: arrivato al ministero, ho chiesto ai tecnici specifici della costruzione, manutenzione e controllo, se il ponte fosse fattibile. La risposta era stata sì, con il rischio di chiusura da 3 a 6 mesi per vento, mareggiate e altri fattori marittimi”
Ad affermarlo è stato Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti, intervenuto a Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani.
L’ex Ministro dei Trasporti ha poi proseguito nel suo intervento specificando: “È molto importante l’analisi costi-benefici nella costruzione di un’opera si realizza se è sostenibile economicamente, ma soprattutto se serve dal punto di vista sociale, cioè se permette ai mezzi, ai cittadini e alle persone di spostarsi. Se l’opera viene realizzata, ma poi viene chiusa, non è nè economicamente nè socialmente sostenibile. Questo significa-ha specificato- che ci saranno ancora i traghettatori in stile Caronte che prendono soldi dallo stato per portare persone, mezzi e cose dalla Calabria alla Sicilia e viceversa: una follia”. E ricorda “quando ero al ministero, mi sono tirato addosso diverse critiche, ma feci scrivere una nota dalla direzione tecnica del controllo delle strade a tutti i concessionari chiedendo di farci un elenco di tutte le opere. Li abbiamo obbligati a dire se erano in loro dotazione, sotto la loro responsabilità amministrativa e, quindi, a individuare, se la pratica non fosse stata completata, la responsabilità del presente gestore”. E sul rapporto magistratura-politica “io sono stato e resto ancora molto critico. Oggi la magistratura rappresenta comunque una casta che si protegge e che entra nel dibattito pubblico, come la casta di un potere indipendente che lotta contro un altro potere indipendente e questa lotta di potere non porta alcun vantaggio ai cittadini. In un contesto di magistratura lenta e in assenza di trasparenza, a perdere e pagare le spese sono gli italiani”.
Infine, concludendo il suo intervento, Danilo Toninelli si è espresso anche in merito all’ inchiesta in corso in Liguria circa il finanziamento alla politica, affermando: “basterebbe guardare un po’ la storia degli ultimi decenni, per capire che una pessima classe politica ne ha sempre abusato legittimamente e illegittimamente. La differenza è che si è passati da una valigetta piena di soldi a un’erogazione certificata e autenticata da un bonifico, ma che alla fine è illegale, perchè non è un’erogazione incondizionata”.