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Il Post It: La cantilena degli italiani

L’inno nazionale cantato da Al Bano? Ha fatto pena. Al di là delle stecche e del calo di voce dell’artista, ma pure l’avere cambiato alcune frasi non è stata un’idea geniale. Oddio… meglio pronti all’amore anziché alla morte, ma non è questo il punto. O almeno non solo. La verità sta che il Canto degli italiani, falsamente attribuito a Mameli, sia una marcetta sgraziata e dal testo zeppo di retorica.

Era un inno provvisorio, l’averlo reso definitivo fu una scelleratezza di chi non aveva la capacità di distinzione melodia con il verbo me lo dia. Il nostro Inno potrebbe concorrere tra i più orribili al mondo con buona probabilità di vittoria. Per buona pace dei grandi musicisti italiani, da Donizetti a Puccini, da Rossini a Mascagni.

Il grande direttore Muti si ostina nell’affermare che il magnifico Va Pensiero, di Giuseppe Verdi, sia inappropriato poiché è un canto ebraico. Anche no, Direttore! Le parole del Va Pensiero, ma così pure l’intera opera del Nabucco, rappresentava una metafora contro l’invasore austriaco. Un po’ come la famosa frase W Verdi (viva Vittorio Emanuele Re d’Italia).

Marco Vannucci