Mentre l’UE, sempre più al traino del Presidente USA di turno, non ha alcuna strategia di ampio respiro e continua a investire in armamenti, anziché in sanità, scuola, formazione e a garantire giustizia sociale, ovvero gli aspetti fondanti di una comunità organizzata, la Repubblica Popolare Cinese rafforza le sue relazioni internazionali.
Lo fa non solo con l’UE, con importanti incontri con Macron, con Vucic e Orban, ma anche con la Russia, membro dei BRICS e con la quale promuove la tradizionale amicizia e cooperazione e alla quale ha rilanciato il suo progetto di pace relativamente alla crisi ucraina, impegnandosi a arginare ogni forma di escalation delle tensioni e promuovendo l’abbandono della nefasta “mentalità della Guerra Fredda”, che purtroppo pervade un Occidente arcaico e paranoide.
La Repubblica Popolare Cinese, inoltre, ha di recente rafforzato le sue relazioni con Cuba socialista. L’industria petrolifera cubana ha infatti completato, recentemente, un pozzo con l’aiuto della compagnia cinese Gran Muralla, oltre ad aver ricevuto una donazione di riso l’8 aprile scorso, per alleviare l’attuale carenza di cibo sull’Isola.
Il 4 maggio scorso il governo cubano ha peraltro annunciato che i cittadini cinesi non avranno più necessità del visto per visitare Cuba e la Cina sarà il Paese ospite d’onore del Festival del Turismo Cubano 2025.
E migliori relazioni vi sono state fra il Partito Comunista Cinese e il Partito Comunista Sudafricano (SACP), guidato da Solly Afrika Mapaila, che ha incontrato recentemente Li Mingxiang, Vice ministro del Dipartimento internazionale del Comitato centrale del PCC.
I due si sono scambiati “esperienze nella governance e nell’amministrazione statale”, unendo le forze per “costruire una comunità sino-africana di alto livello con un futuro condiviso”.
Il leader comunista sudafricano, in particolare, ha affermato di ammirare le grandi conquiste del socialismo con caratteristiche cinesi.
La Repubblica Popolare Cinese dimostra, ancora una volta, quello spirito socialista riformista cooperativo e lungimirante che guarda tanto ad Ovest, quanto ad Est, quanto a Sud.
Uno spirito che manca totalmente a una Europa che ha perduto ogni spirito riformista e socialista nel lontano 1993, per abbracciare un liberal capitalismo assoluto che l’ha resa, socialmente e economicamente, impotente e arroccata su posizioni maccartiste e arcaiche.
Luca Bagatin