Siamo di fronte a un mutamento antropologico di portata epocale: ne sono coinvolti i sentimenti, gli affetti, i valori morali, i sistemi di vita, le tradizioni, l’arte, il linguaggio, la scuola, la famiglia e, ovviamente, l’educazione individuale e spirituale.
Rispetto alla dimensione di tale ‘’stravolgimento’’, cominciato già da qualche decennio con una importante accelerazione in questi ultimi vent’anni, quindi con rapidità davvero imprevedibile per certi temi specifici che salgono spesso alla ribalta mediatica con input «educativi globali» , ma diseducativi dal mio punto di vista, sui programmi televisivi e serie televisive e un «sistema di globalizzazione dell’informazione per via informatica» in forme etico-estetiche e morali che non ammette più la concentrazione e il rigore richiesti da un’attività mentale in grado di razionalizzare le nostre vere (e non virtuali) esperienze della realtà.
Penso che la digitalizzazione e soprattutto la grande concentrazione dei mezzi di comunicazione non abbiano come controparte la ” memoria del passato “, ma la autoconsapevolezza naturale. Cioè un profondo senso di creatura vivente. Il profondo senso di vivere. Questo è il baluardo. Incentivare fin da bambini gli aspetti autenticamente originali e proattivi di ognuno, creatività, capacità di scelta, autonomia, responsabilizzazione diretta anche propositiva. Abitudine alla autosufficienza individuale nel cercare le proprie verità e certezze e quindi il pensiero riflessivo libero e autonomo ben oltre i messaggi del sistema per quanto massivi e persistenti.
Ma purtroppo la cosiddetta ‘’rivoluzione digitale’’ riserva un’attenzione sempre più sporadica e molto frammentaria ai tesori del passato (quando non vuoi far realmente conoscere qualcosa non dargli un libro preciso ma affogalo in milioni di libri), così da poter far cambiare la ‘’percezione’’ del passato, della ‘’memoria storica’’, fino a renderla… inutile per il futuro. Eppure, trascorso, presente e futuro sono la ‘’via’’ sulla qualità culturale e sociale di un popolo. Come reagire?
Forse sta, semplicemente, consumandosi quel pochissimo che resta della civiltà cristiana? Tutto qui. E non c’è nulla da fare. È vissuta 2000 anni, vivrà, chissà per quanto ancora, nell’anima di pochi. Ed è il tempo del nuovo «neo-paganesimo»? Ma di quale tipo?
Ho la sensazione che questa straordinaria accelerazione tecnologica proietterà l’uomo verso il futuro in modo esagerato… per l’uomo moderno il passato appartiene al passato… ma la ”memoria” di ciò che è stato può evitare ch’esso si ripresenti nella sua forma negativa e permettere a coloro – non certo a me che ho già superato gli anta + anta e prossimo al 3°anta – che costruiranno il futuro di poter fruire di tale ”memoria” ….a meno che non decidano di ”rottamarla” per dare spazio al nuovo strumento di diffusione ideologica ‘’to-tom‘’, per non citarlo. Poi facciano come vogliano … come si dice: siete grandi e vaccinati.
Marco Affatigato