Considerando che, a queste elezioni europee, in Italia, ha votato il 49,7% circa degli elettori, ad onor del vero, in termini assoluti, ovvero al netto degli astenuti, il partito della Meloni ha perso consensi, mentre il PD, più o meno, ottiene gli stessi consensi delle elezioni politiche del 2022.
Calcolatrice alla mano, il partito della Meloni è stato votato, in termini assoluti, alle elezioni del 2022 (che hanno avuto una affluenza di circa il 64%), da appena il 16,6% degli aventi diritto. A queste europee (con una affluenza di circa il 49,7%), il medesimo partito ha ottenuto – lo ripetiamo – in termini assoluti, il 14,3% circa.
Il PD mantiene circa il 12%, in termini assoluti, in entrambe le consultazioni elettorali.
Entrambi i partiti, in sostanza, sono minoranza assoluta nel Paese.
Perché sì, certo, gli astenuti contano. Sono cittadini che, probabilmente, hanno compreso che non vi è sostanziale differenza fra una maggioranza di cosiddetto centrodestra, che non mantiene ciò che promette o che cambia idea troppo spesso in politica estera e una pseudo opposizione di cosiddetto “centrosinistra”, che ha già mal governato, al pari del cosiddetto centrodestra.
Entrambi, peraltro, sostenevano il governo Draghi. Esattamente come i Cinque Stelle, altro partito che perde consensi, specie in termini assoluti.
Uno dei peggiori governi – quello Draghi, appunto – della Storia Repubblicana. E sotto ogni punto di vista, dalla scelte di politica economica a quelle di politica estera.
In Francia e Germania vengono sconfitti i leader che più hanno spinto sul pedale della guerra, Macron e Scholtz. Ovvero un liberal capitalista e uno pseudo socialdemocratico che, con la loro scarsa lungimiranza, hanno aperto le porte all’estrema destra, che certo non brilla per responsabilità (e quella tedesca, in particolare, fa rabbrividire, viste le tendenze a una marcata xenofobia e all’antisemitismo).
In generale, in UE, il quadro politico non cambia molto, ma il dato interessante è comunque la scarsa affluenza, un po’ ovunque.
I cittadini dell’UE, molto probabilmente, si sentono molto poco rappresentati da gruppi europei (pseudo popolari, pseudo socialisti, pseudo liberali, pseudo verdi, conservatori di ogni risma), che decidono al loro posto; tagliano sui servizi sociali; impongono fantomatiche svolte “green” sulle spalle dei cittadini e che con la tutela dell’ambiente hanno molto poco; inviano armi a Paesi non democratici, che non fanno nemmeno parte dell’UE (né della NATO), rischiando addirittura di allargare il conflitto e di portarlo in casa.
Di movimenti politici interessanti e seri ce ne sono ben pochi.
Aldilà dei numeri, a queste elezioni, in Italia, ho trovato interessante la lista Pace Terra Dignità. Una lista dichiaratamente per la pace, il superamento della mentalità da Guerra Fredda e per la costruzione di un nuovo ordine mondiale multipolare e democratico.
Ha ottenuto solamente il 2% dei consensi e, purtroppo, non in termini assoluti, ove ha ottenuto 1% circa. Tutto sommato – volendo essere ottimisti – potremmo dire non male, se pensiamo che è una lista appena nata e che non ha avuto la possibilità di accedere ai grandi media, avendo anche pochi mezzi in termini economici da investire.
Ho trovato interessante anche una lista francese, che dirà molto poco ai più.
La lista Nous le Peuple, guidata da Georges Kuzmanovic, ex esponente del Partito di Sinistra di Mélenchon e sostenitore dell’oppositore di Putin, Sergei Udaltsov, leader del Fronte di Sinistra in Russia (e spesso incarcerato) e dal Principe Joachim Murat, componente della casata Bonaparte-Murat e discendente del Maresciallo di Napoleone Bonaparte, Gioacchino Murat.
Una lista che si definisce laica, repubblicana sociale, gollista e bonapartista. Alternativa a una UE oligarchica e alla NATO, Nous le Peuple, guarda a una Francia indipendente e sovrana, che dialoghi con tutti, promuova la pace, la cooperazione internazionale, la tutela della salute, il sistema sociale e la sicurezza nazionale e internazionale.
Purtroppo, tale lista, ovviamente intelligente, ma male armata, ha ottenuto solamente lo 0,06% dei consensi dei francesi.
Trovo altresì interessanti i socialisti slovacchi, divisi fra lo SMER (Direzione socialdemocrazia) dell’attuale Premier Robert Fico e HLAS (Voce Socialdemocrazia), guidata dall’attuale Presidente della Repubblica Slovacca Peter Pellegrini.
Socialisti democratici vecchio stile, che si oppongono al liberal capitalismo, alla guerra e all’immigrazione illegale, non a caso espulsi dal gruppo “socialista” europeo che di socialista non ha più nulla da molto tempo (almeno da quando non ci sono più i Bettino Craxi, i François Mitterand, i Gonzales e i Papandreu).
Probabilmente, se i due partiti socialisti democratici slovacchi si fossero uniti, lasciando da parte le divisioni, avrebbero ottenuto il 30%, superando i liberali, a questa tornata europea.
Siamo, rimaniamo e rimarremo comunque lontani da quello spirito di responsabilità di un passato che, purtroppo, in UE e in particolare in Italia, non potrà tornare.
Quello spirito che, da Charles De Gaulle a Bettino Craxi ha fatto respirare un vento fatto di sovranità nazionale, diritti sociali, diritti civili, indipendenza economica, sicurezza nazionale e internazionale.
Tutte cose necessarie e prioritarie, in particolare vista la decadenza della nostra politica, società e civiltà (se di civiltà ancora possiamo parlare), fatta di distruzione della scuola pubblica, della sanità pubblica, di una gioventù allo sbando e senza valori, di una politica estera irresponsabile.
Vorrei concludere queste mie riflessioni con il ricordo dei 100 anni dalla morte di un grande socialista democratico: Giacomo Matteotti.
Barbaramente ucciso dai fascisti, Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario e che per primo si oppose alle follie di Benito Mussolini, disse: “Uccidete pure me. L’idea che è in me non la ucciderete mai”.
L’idea socialista, autentica, non morirà mai. Nonostante i vecchi e odierni traditori di tale idea.
Un’idea che fu anche dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, fatti uccidere in Francia – il 9 giugno 1937 – da formazioni di estrema destra, su ordine del fascismo italiano.
Un’idea socialista autogestionaria, autenticamente liberale (ma non capitalista), mazziniana, garibaldina, libertaria. Dalla parte giusta della Storia. Ieri, come oggi.
Le elezioni passano, i leader politici passano, le idee no. Quelle rimangono, nel cuore e nella mente di chi le sa ascoltare e approfondire, senza pregiudizio.
Luca Bagatin