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Eurozona

Commissione UE presenta il piano comune di attuazione del patto sulla migrazione e l’asilo

Dopo il raggiungimento di un accordo storico sul patto sulla migrazione e l'asilo, nei prossimi due anni inizieranno i lavori per tradurre l'ampia e complessa serie di atti legislativi in una realtà operativa. Nello specifico, si tratterà di uno sforzo comune, in cui la Commissione sosterrà gli Stati membri in ogni fase del processo.

Dopo il raggiungimento di un accordo storico sul patto sulla migrazione e l’asilo, nei prossimi due anni inizieranno i lavori per tradurre l’ampia e complessa serie di atti legislativi in una realtà operativa. Nello specifico, si tratterà di uno sforzo comune, in cui la Commissione sosterrà gli Stati membri in ogni fase del processo.

Il piano di attuazione comune del patto sulla migrazione e l’asilo, adottato nella giornata odierna dalla Commissione Europea, stabilisce le tappe fondamentali affinché tutti gli Stati membri possano mettere in atto le capacità giuridiche e operative necessarie per iniziare ad applicare con successo la nuova legislazione entro la metà del 2026. Inoltre, le agenzie dell’UE forniranno anche un sostegno operativo e mirato agli Stati membri durante l’intero processo.

Il piano comune di attuazione fornisce un modello per i piani nazionali che gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno adottare entro la fine di quest’anno.

Più approfonditamente, il piano comune di attuazione raggruppa i lavori giuridici, tecnici e operativi in 10 elementi costitutivi per concentrare e facilitare gli sforzi di attuazione pratica.

Tutti gli elementi costitutivi sono fondamentalmente interdipendenti e devono essere attuati in parallelo.

Di seguito sono elencati i 10 elementi costitutivi:

  1. Un sistema comune d’informazione sulla migrazione e l’asilo (Eurodac): sosterrà gli Stati membri, in particolare nella determinazione della responsabilità e nel monitoraggio dei movimenti secondari. Il nuovo Eurodac è il sistema informatico su larga scala che conserverà e tratterà i dati dei richiedenti asilo. Lo sviluppo tempestivo e l’entrata in funzione del sistema Eurodac riformato sono una condizione essenziale per l’attuazione di tutti gli altri elementi del patto.
  2. Un nuovo sistema di gestione della migrazione alle frontiere esterne dell’UE: gestire gli arrivi irregolari di cittadini di paesi terzi e istituire procedure rapide, efficienti e semplificate per l’asilo e il rimpatrio, nonché solide garanzie. Il regolamento sugli accertamenti, il regolamento sulla procedura di asilo e il regolamento sulla procedura di rimpatrio alla frontiera prevedono un approccio armonizzato. Tutti i migranti irregolari saranno registrati e sottoposti a un controllo dell’identità, del rischio per la sicurezza, della vulnerabilità e della salute. In una seconda fase si applicherà una procedura di frontiera obbligatoria per coloro che probabilmente non necessitano di protezione internazionale o che presentano un rischio per la sicurezza.
  3. Garantire ai richiedenti un tenore di vita adeguato in funzione delle loro esigenze. Ad esempio, per i richiedenti protezione internazionale vi è un accesso anticipato al mercato del lavoro (6 mesi invece di 9 mesi), all’assistenza sanitaria fisica e mentale e a una maggiore protezione per le famiglie, i minori e i richiedenti vulnerabili. Inoltre, la direttiva accoglienza dispone anche di nuovi strumenti che migliorano l’efficienza del sistema di accoglienza e contribuiscono a prevenire i movimenti secondari. Ad esempio, gli Stati membri avranno la possibilità di assegnare i richiedenti ad alloggi e aree geografiche, subordinando la fornitura di condizioni materiali di accoglienza all’effettiva residenza nell’alloggio in cui sono stati assegnati i richiedenti o in una zona specifica. Inoltre, gli Stati membri dovranno soddisfare solo le esigenze di base quando i richiedenti non si trovano nello Stato membro in cui dovrebbero essere.
  4. Procedure di asilo eque, efficienti e convergenti: il regolamento sulla procedura di asilo e il regolamento qualifiche semplificano la valutazione e il processo decisionale delle singole domande di asilo in tutta Europa e rafforzano le garanzie, i diritti e le garanzie per i richiedenti e i beneficiari di protezione internazionale.
  5. Procedure di rimpatrio efficienti ed eque: la politica migratoria dell’UE può essere sostenibile solo se coloro che non hanno il diritto di soggiornare nell’UE saranno effettivamente rimpatriati.  Il coordinatore per i rimpatri svolgerà un ruolo chiave, basandosi sui lavori già avviati per migliorare la pianificazione congiunta dei voli e delle missioni di identificazione, anche per ottimizzare l’uso del sostegno di Frontex, scambiare pratiche ed esperienze sull’emissione congiunta di decisioni negative in materia di asilo e decisioni di rimpatrio e sulla cooperazione in materia di rimpatrio dei rimpatriandi che rappresentano una minaccia per la sicurezza.
  6. Un sistema equo ed efficiente: far funzionare le nuove norme in materia di responsabilità: istituendo una ripartizione efficace e stabile delle responsabilità in tutta l’Unione e riducendo gli incentivi per i movimenti secondari. Ad esempio, le procedure saranno rese più efficaci con le notifiche di “ripresa in carico”. Inoltre, saranno in vigore nuove norme volte a prevenire abusi del sistema (come l’obbligo per i richiedenti di presentare domanda nello Stato membro di primo ingresso).
  7. Far funzionare la solidarietà: per la prima volta, l’UE dispone di un meccanismo di solidarietà permanente, giuridicamente vincolante ma flessibile per garantire che nessuno Stato membro sia lasciato da solo se sotto pressione.
  8. Preparazione, pianificazione di emergenza e risposta alle crisi: contribuire a rafforzare la resilienza all’evoluzione delle situazioni migratorie e ridurre i rischi di situazioni di crisi.
  9. Nuove garanzie per i richiedenti asilo e le persone vulnerabili: maggiore monitoraggio dei diritti fondamentali, garantendo procedure efficaci proteggendo nel contempo la dignità umana e un diritto reale ed effettivo di asilo, anche per i più vulnerabili, come i minori.
  10. Reinsediamento, inclusione e integrazione: intensificare gli sforzi in questi settori. Gli sforzi degli Stati membri per l’integrazione e l’inclusione dei migranti restano indispensabili per una politica efficace in materia di migrazione e asilo.

Il patto sulla migrazione e l’asilo riflette un approccio globale alla gestione della migrazione lungo l’intero percorso. La Commissione Europea sta pertanto perseguendo con gli Stati membri un duplice approccio, che accompagni il lavoro legislativo a livello dell’UE con attività operative.

Ciò comprende in particolare i lavori sulla dimensione esterna della migrazione, attraverso il perseguimento di partenariati globali con i paesi partner. Sebbene le azioni in questo settore non siano legate a obblighi giuridici, sarà essenziale che l’UE prosegua e intensifichi ulteriormente la collaborazione con i paesi partner, in particolare in tre settori chiave: la lotta contro il traffico di migranti, rimpatri efficaci, riammissione e reintegrazione nonché percorsi legali.

In merito è intervenuto direttamente il vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, affermando: “Oggi presentiamo un piano per i prossimi due anni di lavoro per contribuire a rendere il patto sulla migrazione e l’asilo una realtà sul campo. Ciò dimostra ulteriormente la determinazione della Commissione a compiere ogni sforzo per garantire che gli Stati membri dispongano di tutte le competenze e del sostegno operativo e finanziario necessario per tradurre in pratica gli impegni giuridici. Non tutti gli Stati membri partono dallo stesso punto, ma tutti attraverseremo insieme la linea finale”.

Anche Ylva Johansson, commissaria per gli Affari interni UE si è espressa sul piano di attuazione, specificando: “Oggi passiamo dalle parole all’azione, con un obiettivo comune; attuare quanto concordato. Con il piano comune di attuazione stiamo passando a un’attuazione operativa e pragmatica per fare la differenza sul campo — negli Stati membri, nelle regioni e nei comuni e per gli stessi migranti. Gli Stati membri possono contare pienamente sulla Commissione e sulle agenzie dell’UE e sul nostro sostegno finanziario e operativo.”

Prossime fasi

Il piano di attuazione comune sarà presentato agli Stati membri in occasione del Consiglio “Affari interni”, dopodiché sarà utilizzato come base per la preparazione dei piani nazionali di attuazione degli Stati membri che sono previsti per dicembre 2024. Sulla base del piano comune di attuazione, il passo successivo consisterà nell’elaborazione, da parte degli Stati membri, dei rispettivi piani nazionali di attuazione entro il 12 dicembre 2024.

Gli Stati membri potranno contare sul sostegno operativo, tecnico e finanziario della Commissione e delle agenzie dell’UE durante l’intero processo, inoltre, potranno anche ricevere aiuto dallo strumento di sostegno tecnico, che pubblicherà un invito specifico a sostenere gli Stati membri nell’elaborazione dei loro piani nazionali di attuazione.

La Commissione ha istituito squadre di sostegno specifiche che visiteranno tutte le capitali degli Stati membri da qui all’autunno per assistere gli Stati membri nella preparazione dei piani nazionali di attuazione.

La Commissione monitorerà attentamente i progressi compiuti nell’attuazione del patto e riferirà periodicamente al Parlamento europeo e al Consiglio.

(Fonte: Commissione UE)