Luigi De Magistris, ex magistrato, è intervenuto questa mattina nella trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani.
Ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’ex magistrato ha parlato dell’autonomia differenziata: “Io personalmente sono un forte sostenitore dell’autonomia, ma l’autonomia quella vera cioè l’autonomia dei territori, dei popoli, dei comuni. Avendo fatto il sindaco so che l’Italia è soprattutto l’Italia dei comuni, dei territori, delle diversità ma anche della capacità di rimanere uniti nelle diversità. Questa invece è un po’ una truffa, perché si dà molto potere al centralismo regionale che è molto burocratico, asfittico, anche attraversato da zone d’ombra, non di rado anche di sperpero del denaro pubblico e di penetrazioni di corruzione e mafia. Si dà molto potere ad una classe dirigente politica e burocratica e si divide l’Italia.“
Per Luigi De Magistris si starebbe affermando: “un principio che va avanti da tempo cioè quello che chi è più ricco deve avere di più e chi è più povero di meno, esattamente il contrario di quello che dovrebbe accadere in un paese normale”.
Proseguendo nel suo intervento, Luigi De Magistris si è espresso anche sul PNRR, dichiarando: “Il PNRR doveva ridurre le disuguaglianze, affrontare la transazione ecologica, mettere in sicurezza il nostro paese laddove è fragile invece è diventato l’occasione per fare una serie di opere anche utili ma non eccezionali, come richiede il PNRR, cioè opere che si potevano realizzare anche con altre misure economiche come il ponte sullo stretto, oppure l’occupazione di pezzi di territorio per sfruttamenti energetici che sarà la vera priorità del nostro paese”.
Infine, concludendo il suo intervento, l’ex magistrato ha esplicitato il suo pensiero rispetto alla separazione delle carriere: “L’obiettivo della gran parte della classe politica è quella di arrivare un giorno alla subordinazione del pubblico ministero al potere esecutivo. Il PM non è un organo di giustizia ma è un organo di accusa e dunque, essendo un organo di parte diretto dalla polizia giudiziaria, che a sua volta dipende dal Governo, verrà portato piano piano nell’orbita dell’esecutivo. Se questo dovesse accadere le più importanti indagini che abbiamo visto nella storia degli ultimi 40-50 anni del nostro paese non si potranno mai fare, perché sarà il potere politico che sceglierà quali indagini fare. Io sono certo che il Governo e la sua maggioranza, ma anche buona parte dell’opposizione, non vuole la magistratura indipendente perché vuole stare tranquilla”.