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Omicidio Pasolini. Per Massimo Lugli: “Pelosi è stata un’esca e Pasolini è stato aggredito. Sono convinto ci fossero altre persone”

“La notizia dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini fu uno shock per me e per molti altri. Quando fu ucciso, come tutti i giornalisti avevo un grande desiderio di occuparmene, ma ero troppo giovane. Ora che sono anziano e in pensione, ho deciso di raccontare tutta questa storia”.

Con queste parole, Massimo Lugli, noto scrittore e giornalista, ha introdotto il suo intervento durante il programma ‘Filo Giallo’, condotto da Gabriele Raho su Cusano News7.

Massimo Lugli ha esordito parlando del suo libro “Il giallo Pasolini, il romanzo di un delitto italiano”, un’opera che intreccia realtà e finzione per esplorare uno dei più controversi casi di omicidio nella storia italiana, quello di Pier Paolo Pasolini, specificando: “Il giallo Pasolini è il più autobiografico dei miei romanzi perché non racconto la morte di Pasolini, ma tutto quello che avviene immediatamente dopo. Un’indagine di un giovane giornalista disperatamente alla ricerca della verità, una verità che purtroppo non è mai venuta fuori completamente e mai verrà fuori del tutto”.

Riguardo all’arresto di Pino Pelosi, lo scrittore ha spiegato: “Sembra un personaggio nato dalla penna di Pasolini, che ricorda anche l’allievo e partner di Pasolini. Pelosi è una figura abbastanza ambigua. Una delle tantissime ricostruzioni alternative parla di una relazione che andava avanti da tempo, ma ho qualche dubbio. Pasolini frequentava regolarmente piazza Indipendenza, dove c’era un giro di prostituzione maschile. Era una figura nota e sicuramente riconosciuta, ma non siamo sicuri che Pelosi l’avesse già incontrato. Sapeva chi era, ma non è detto che avessero una storia. Tra l’altro, ricordiamo che quella sera Pasolini non fa salire subito Pino Pelosi. Un altro mistero riguarda il ristorante ‘Biondo Tevere’, un posto abituale per Pasolini. Quella sera sembra che Pino Pelosi mangi qualcosa con Pasolini, ma la signora del ristorante descriverà un ragazzo completamente diverso, un biondino con i capelli lunghi e lisci. Anche lì si è sbagliata la signora? O Pasolini dopo aver caricato Pelosi prende un altro ragazzo, lo porta a mangiare e poi riprende a bordo Pelosi?. È stata un’indagine frettolosa, chiusa con la confessione del ragazzo. Il dubbio però resta”.

Lugli ha poi parlato di Johnny lo Zingaro: “L’anello è un po’ una firma del delitto. Pelosi continua a parlare di questo anello, un anello americano delle università che Pelosi sembra avesse ricevuto proprio da Johnny lo Zingaro, Giuseppe Mastini, assassino a 15 anni e poi pluriomicida. Pelosi ne aveva il terrore folle, tanto che durante la carcerazione cercava di evitare di incontrarlo. Come ha fatto Pelosi ad abbandonare quest’anello? Sembra che fosse molto stretto. È possibile che si sia sfilato durante la colluttazione? O gli è stato tolto apposta, come firma della sua colpevolezza?”.

Riguardo all’ipotesi che l’omicidio di Pasolini fosse legato al furto delle pellicole originali di alcune scene del suo film ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’, lo scrittore ha asserito: “Io non ci credo affatto. Quando avviene il furto delle pizze, il film era già stato montato e tradotto in francese. Le pizze avevano lo stesso valore della bozza dopo la pubblicazione del romanzo”.

In chiusura, Massimo Lugli ha voluto evidenziare: “Sono convinto che Pelosi fosse lì e che ci fossero altre persone. Pelosi è stato un’esca e Pasolini è stato aggredito, picchiato e assassinato intenzionalmente. Ma non credo ci fosse un complotto per chiudere la bocca a chi ha parlato senza certezza”.