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Politica locale

Diga del Vanoi: la Giunta trentina sotto accusa da parte del PD per la gestione del progetto

Nei giorni scorsi, l’assessore Gottardi ha risposto all’interrogazione presentata dal gruppo consiliare del Partito Democratico (PD) riguardo le azioni che la Giunta provinciale intende intraprendere per impedire la costruzione della diga del Vanoi sul suolo trentino. La risposta dell’assessore ha sollevato ulteriori critiche e preoccupazioni da parte del Partito Democratico, rafforzando la percezione che l’amministrazione provinciale – a detta di Sara Ferrari e di Alessio Manica – abbia gestito la questione con superficialità e scarsa determinazione.

Il PD ricorda con fermezza lo sconcerto dimostrato dalla Giunta provinciale quando, in aula consiliare, le minoranze hanno chiesto un’informativa urgente subito dopo che il Consorzio di Bonifica, proponente dell’opera, aveva avviato il dibattito pubblico. La Giunta, apparentemente colta di sorpresa, si è vista costretta a diffidare il Consorzio dal proseguire con il progetto solo in seguito a quella seduta. Questo comportamento è stato interpretato come una reazione tardiva e inadeguata di fronte a un problema che avrebbe dovuto essere affrontato con maggiore prontezza.

Ulteriori preoccupazioni emergono dalla mancata trasmissione della mozione, votata dal Consiglio provinciale, alla Regione Veneto. Secondo il PD, questo ritardo è indicativo della volontà della Giunta di non voler entrare in conflitto con i “vicini” veneti, probabilmente a causa di affiliazioni politiche comuni. Tale atteggiamento, secondo i consiglieri democratici, mette in discussione la determinazione dell’amministrazione provinciale nel difendere gli interessi del territorio trentino.

Il silenzio del Governo italiano, nonostante le ripetute sollecitazioni delle parlamentari del PD del Trentino e del Veneto, Sara Ferrari e Rachele Scarpa, rappresenta un ulteriore elemento di frustrazione per il PD del Trentino. Le parlamentari hanno evidenziato come le comunità delle province di Trento e Belluno non siano state coinvolte nei processi decisionali riguardanti l’affidamento del progetto, un mancato rispetto delle normative che ha suscitato indignazione tra i sindaci locali, i quali hanno appreso la notizia solo attraverso i media.

A nulla sono serviti gli interventi delle associazioni ambientaliste e del CAI e della SAT che sollevavano anche loro criticità sull’impatto idrogeologico dell’opera. 

“Tutto questo permette a Zaia di limitarsi a dire che l’opera andrà avanti solo con le garanzie tecniche, mentre il consiglio regionale veneto ribadisce la priorità dell’intervento. 

Entrambe posizioni inaccettabili per il Trentino visto che l’opera è sul nostro territorio. Un’arroganza che  dovrebbe far saltare sulla sedia il presidente della provincia. Eppure niente, “abbiamo fatto la diffida” e tanto basta alla Giunta”, è stato affermato nel comunicato stampa.

Il PD conclude il suo intervento esprimendo profonda preoccupazione per la mancanza di un’adeguata risposta da parte della Giunta trentina, a fronte di un Veneto determinato a proseguire. Il partito si impegna a rimanere al fianco delle comunità locali, vigilando sui futuri sviluppi sia a livello provinciale che nazionale, per garantire che gli interessi del Trentino vengano adeguatamente tutelati.