In UE, almeno un Premier socialista degno di questo nome esiste e si chiama Robert Fico.
Un Premier alla guida di Direzione-Socialdemocrazia (SMER), che conta circa il 25% dei consensi e ha una piattaforma che rifiuta le ricette economiche liberali e promuove un’economia fondata sull’intervento pubblico; sulla sovranità nazionale e l’euro-scetticismo e su politiche anti-immigrazioniste, come del resto hanno sempre fatto tutti gli storici partiti socialisti del secolo scorso (molti dei quali totalmente scomparsi in Europa o quantomeno sono scomparse le loro serie leadership), che rifiutavano lo sfruttamento della manodopera straniera a basso costo, promuovendo politiche di cooperazione e partnership con i Paesi del Terzo Mondo e del Sud del mondo. In tale ottica va visto anche l’incontro fra il Premier Fico e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, lo scorso 1 novembre.
Nell’ambito dell’incontro, Robert Fico ha affermato che la Slovacchia sostiene la politica di una sola Cina e che si oppone a qualsiasi ingerenza negli affari interni di altri Paesi, rispettendo il percorso di sviluppo di ogni Paese del mondo.
Oltre a voler rafforzare gli scambi con la Cina e a promuovere il dialogo fra Cina e UE, superando le eventuali divergenze, nell’ambito della crisi ucraina, tanto Fico che Xi, si sono detti favorevoli a svolgere un ruolo positivo nella promozione dei colloqui di pace.
Robert Fico, in particolare, ha affermato che la posizione della Cina, relativamente al conflitto russo-ucraino è “equa, obiettiva e costruttiva” e che la Slovacchia è disposta a unirsi al gruppo degli “Amici per la pace sulla crisi ucraina” – promosso dalla Cina e dal Brasile di Lula, oltre che da altri Paesi del Sud del mondo – e a contribuire alla risoluzione politica della crisi stessa.
Entrambi i leader si sono peraltro detti concordi nel sostenere e salvaguardare il sistema internazionale, con le Nazioni Unite al centro, e un ordine fondato sul diritto internazionale, oltre che la promozione di un mondo “multipolare, equo e ordinato e una globalizzazione economica universalmente vanteggiosa e inclusiva”, volta a “promuovere la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”.
Una visione, in sostanza, fondata su un approccio positivo e pragmatico alla quale, oggi, solo i socialisti seri e vecchio stampo sembrano guardare.
Luca Bagatin