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Bonus asilo: aumenta la platea. Ora è più facile ottenere fino a 3.600 euro.

Ecco le modifiche in «manovra 2025»

Il Governo ha deciso di rivedere alcune condizioni del Bonus nido. Le modifiche comportano vantaggi sia per chi già usufruisce del bonus che per nuovi beneficiari.

Le modifiche apportate al Bonus nido sono principalmente due, e vanno a semplificare l’accesso e a rendere la misura più equa. Ecco i principali cambiamenti:

  • non c’è più bisogno di un secondo figlio a carico: in passato, per accedere al bonus, era necessario avere almeno un secondo figlio con meno di 10 anni a carico. Con le nuove modifiche, questa condizione non è più richiesta, rendendo il bonus accessibile a un numero maggiore di famiglie;
  • il bonus non entra più nel calcolo dell’Isee: fino ad oggi, l’importo del bonus veniva conteggiato nel calcolo dell’Isee, influenzando quindi la fascia di reddito in cui rientrava la famiglia. Ora, il bonus nido non influirà più sull’Isee, il che facilita l’accesso per molte famiglie, soprattutto quelle con redditi variabili.

Per poter beneficiare del Bonus nido, le famiglie devono rispettare alcuni requisiti specifici:

  • essere residenti in Italia;
  • avere un figlio a carico con meno di 3 anni;
  • essere cittadini dell’Unione Europea o possedere un permesso di soggiorno regolare.

Gli importi del Bonus nido

L’importo massimo che si può ricevere attraverso il bonus nido rimane invariato: fino a 3.600 euro all’anno. La cifra dipende sempre dalla fascia di reddito della famiglia, ovvero:

  • famiglie con Isee fino a 40.000 euro: possono ottenere 3.600 euro all’anno;
  • famiglie con Isee superiore a 40.000 euro o senza Isee: avranno diritto a 1.500 euro all’anno.

Questi importi possono essere utilizzati per coprire le spese mensili dell’asilo nido. Tuttavia, il bonus non può mai superare l’importo della retta che la famiglia paga alla struttura.

Come presentare la domanda per il Bonus nido

Se rientri nei requisiti, puoi fare domanda per il bonus nido seguendo una semplice procedura. La domanda deve essere presentata all’INPS entro il 31 dicembre, seguendo questa procedura:

  • accedere al sito INPS: puoi farlo utilizzando uno degli strumenti di identità digitale come SPID, CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
  • indicare se il nido è pubblico o privato: durante la domanda, dovrai specificare se il tuo bambino è iscritto a un nido pubblico o privato, fornendo anche il nome e il codice fiscale della struttura;
  • allegare la documentazione: una volta che hai iniziato la procedura online, dovrai caricare i documenti che provano l’avvenuto pagamento della retta. I documenti validi sono:
  • ricevute di pagamento;
  • bollettini bancari o postali;
  • attestazioni di nidi aziendali, se il bambino frequenta un asilo nido fornito dal datore di lavoro.

Ogni documento deve contenere il nome e la partita IVA dell’asilo, il codice fiscale del bambino e i dettagli del pagamento effettuato.

Una volta che la domanda è stata inviata correttamente e verificata, l’INPS inizierà a erogare i pagamenti mensili, che contribuiranno a coprire una parte delle spese per l’asilo nido.

Un aiuto per le famiglie, ma l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei

Nonostante gli sforzi del Governo e gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), l’Italia è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi europei in termini di copertura dei posti negli asili nido.

Secondo le raccomandazioni dell’Unione Europea, il 45% dei bambini sotto i 3 anni dovrebbe avere la possibilità di frequentare un asilo nido. Invece, nel biennio 2021-2022, solo circa il 33% dei bambini italiani aveva accesso a questi servizi. La situazione è ulteriormente complicata dal calo delle nascite, che rende più difficile coprire il fabbisogno di posti disponibili.