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“L’uomo che guardò oltre il muro” di Clio Pedone. Una biografia del Presidente Francesco Cossiga

Quello di Clio Pedone - giornalista specializzata in politica estera e già collaboratrice delle cattedre di Diritto e Politica Internazionale, presso le università “La Sapienza” e “Lumsa” - sulla figura di Francesco Cossiga, è un saggio molto importante e interessante.

Quello di Clio Pedone – giornalista specializzata in politica estera e già collaboratrice delle cattedre di Diritto e Politica Internazionale, presso le università “La Sapienza” e “Lumsa” – sulla figura di Francesco Cossiga, è un saggio molto importante e interessante.

Sul Presidente Cossiga, politico democristiano di lunghissimo corso e che ricoprì innumerevoli prestigiosi incarichi istituzionali (da Sottosegretario di Stato, passando per ricoprire incarichi ministeriali, sino a divenire Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica) esistono pochissimi saggio biografici.

“L’uomo che guardò oltre il muro”, edito da Rubbettino, di Clio Pedone, appunto, è certamente uno dei più meritevoli di lettura.

E lo è perché si approfondisce a tutto tondo la vita e carriera del Presidente Cossiga.

Presidente che fu, spesso, ingiustamente infangato, definito “picconatore” o in altro modo, solo perché disse sempre ciò che pensava e in quanto aveva, a differenza della gran parte dei democristiani, un piglio pratico e pragmatico alle questioni politiche da affrontare.

Nato nel 1928 a Sassari, cugino del celebre Segretario del PCI Enrico Berlinguer, Cossiga divenne deputato nel 1958, a trent’anni.

Si appassionerà presto alla politica estera e ai sistemi di intelligence, in particolare quando occupò il ruolo di Sottosegretario alla Difesa, dal 1966 al 1970.

Come spiegato nell’introduzione al saggio, dall’Ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris, quel suo impegno e quei suoi interessi non potevano che far ricadere su di lui responsabilità mai provate, quali il coinvolgimento nella questione Gladio o in altri cosiddetti “misteri italiani”.

Per l’estrema sinistra, Cossiga, da Ministro dell’Interno, diverrà “Kossiga”, per il suo pugno di ferro contro le manifestazioni violente di piazza.

Nel 1978 si addosserà le colpe della morte di Aldo Moro, per non aver compreso che, molto probabilmente, una via per salvare il leader democristiano esisteva. E si dimetterà dall’incarico di Ministro, uscendone molto provato.

Nel 1979 assumerà, per un breve periodo, l’incarico al Ministero degli Esteri, il che gli permetterà di occuparsi di relazioni internazionali, ambito che lo sempre lo affascinò. Complice, peraltro, la sua grande preparazione in campo diplomatico e la sua conoscenza delle lingue. Tedesco prima delle altre, oltre che la sua amicizia con statisti di tutto il mondo, in particolare il socialdemocratico Cancelliere tedesco Helmut Schmidt.

Sostenitore di una politica atlantista di equilibrio fra i due blocchi contrapposti, Cossiga si adoperò molto per l’installazione degli euromissili a Comiso – fatti poi installare dal governo Craxi – per riequilibrare i missili sovietici al confine con la Germania Ovest.

Assieme a Craxi, poi, pur rimanendo un fermo sostenitore dell’Alleanza Atlantica, difese sempre l’autonomia decisionale italiana rispetto alle altre potenze, USA in primis. Nel saggio di Clio Pedone, infatti, ampi stralci sono dedicati alla questione di Sigonella e alla fermezza del governo Craxi rispetto alle pressioni del governo USA retto da Reagan, rispetto alle trattative con i terroristi che avevano sequestrato i passeggeri della nave da crociera Achille Lauro, nel 1985.

“L’uomo che guardò oltre il muro”, ripercorre minuziosamente la vita di Cossiga. Da quando, 16 enne, conseguì la maturità classica al liceo “Azuni” di Sassari e, a 20 anni, nel 1948, si laureò in giurisprudenza e volle intraprendere, prima che la passione politica sopraggiungesse, la carriera accademica.

Iscritto alla DC dal 1944, si avvicinò all’area dossettiana, ovvero quella che voleva una maggiore autonomia rispetto alle gerarchie ecclesiastiche.

Il saggio, attraverso la vita e soprattutto la carriera politica di Cossiga, ripercorre tutte le tappe della costruzione del Centro-Sinistra (quello autentico, della Prima Repubblica!), composto da DC, PSDI, PRI, PLI e poi aperto al PSI prima di Pietro Nenni e, successivamente, negli ultimi decenni, guidato da Bettino Craxi.

Un Francesco Cossiga stimatissimo dall’allora Ministro della Difesa, il socialista democratico Roberto Tremelloni (al quale conto, prossimamente, di dedicare un ampio articolo), con il quale collaborò, in qualità di Sottosegretario, nello svolgere un’“azione correttiva nei confronti dell’ex SIFAR, sciolto nel 1965 e trasformato l’anno successivo in SID, prima che le deviazioni, gli scandali e i sospetti accumulati in 16 anni di attività diventassero di pubblico dominio”.

Del resto, per un appassionato di romanzi di spionaggio quale fu Cossiga, un ruolo di questo tipo non poteva che calzargli a pennello.

Molti sono gli aneddoti, gli interventi e le interviste allo stesso Cossiga, oltre che a suoi illustri e stretti collaboratori, come l’Ambasciatore Ludovico Ortona, contenuti nel saggio di Clio Pedone.

Un Presidente spesso incompreso, Francesco Cossiga, che peraltro, per garantire assoluta imparzialità rispetto ai partiti, decise di non rinnovare più la tessera della DC, nel momento in cui fu chiamato a ricoprire – a soli 57 anni ed eletto al primo scrutinio – il ruolo di Presidente della Repubblica.

Presidente che non mancò mai di esprimere il suo disappunto nei confronti di una classe politica che si rifiutava di vedere che, crollato il Muro di Berlino, gli equilibri interni e internazionali stavano cambiando.

Equilibri che finiranno, peraltro, per travolgere la stessa classe politica che aveva governato democraticamente il Paese, dal 1946 al 1993.

Compreso o incompreso, il Presidente Cossiga merita di essere studiato e approfondito anche da chi, come chi vi scrive, è sempre stato lontanissimo dalla sua area politica (ma non certo dalla sua area di governo).

Il saggio “L’uomo che guardò oltre il muro” di Clio Pedone, con una affettuosa e simpatica prefazione della figlia del Presidente, Anna Maria Cossiga, è un tassello importante in questo percorso, atto a restituire lustro ai Padri della nostra democrazia.

Quando questa era ancora degna di questo nome.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

Riguardo l'autore

Luca Bagatin

Luca Bagatin, nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé.
Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile.
Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)