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UE. Tarquinio (PD): “UE può sostenere Kiev ma senza armi e con forza diplomatica”

Il fulcro del suo intervento ha riguardato i due principali temi in discussione in vista del Consiglio Europeo di giovedì 19 dicembre: il sostegno a Kiev e la gestione dei flussi migratori.

L’on. Marco Tarquinio, europarlamentare del Partito Democratico ed ex direttore del quotidiano Avvenire, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, durante la trasmissione Greenwich – Una finestra sul mondo, in concomitanza con i lavori della plenaria in corso a Strasburgo.

Il fulcro del suo intervento ha riguardato i due principali temi in discussione in vista del Consiglio Europeo di giovedì 19 dicembre: il sostegno a Kiev e la gestione dei flussi migratori.

In merito, l’europarlamentare del Partito Democratico ha affermato: “Dobbiamo uscire da questo circuito sanguinoso. Questa mattina, a Strasburgo, abbiamo incontrato la presidente georgiana. Un’altra situazione drammatica: un Paese invaso da Putin nel 2008, a cui sono state strappate due regioni annesse alla Russia. Lì si sta sviluppando una resistenza strategica non violenta e questa è la direzione da seguire. L’Europa deve sostenere Kiev anche senza i carri armati, puntando sulla forza diplomatica che un tempo ha contrastato l’Unione Sovietica, senza continuare a sacrificare vite sul campo. So che la mia posizione è complessa, ma molti italiani condividono l’idea che non si debba continuare a inviare armi”.

E ancora, concludendo il suo intervento, Marco Tarquinio, ha aggiunto: “Dobbiamo fermare la carneficina il prima possibile perché c’è ancora una flebile speranza di battere un’altra via. La recente proposta di Zelensky prevedeva di congelare la linea del fronte e negoziare, senza dare nulla per scontato. Tuttavia bisogna vedere se l’Ucraina sarà in grado, all’ombra di Trump, di negoziare con forza. Temo di no questa è un’ulteriore conferma del fallimento della guerra. Non dimentichiamo che Trump è colui che ha negoziato l’uscita degli USA dall’Afghanistan, con tutte le conseguenze che conosciamo. Quando Trump negozia, lo fa sulla pelle dei più deboli”