“Si avvia verso un triste epilogo il processo per la truffa del pellet che nell’ormai lontano 2018 vide protagonista la Doc Pellet del Gruppo Ca.Ox. Srl. La società balzò agli onori della cronaca per la mancata consegna della merce ordinata da centinaia di clienti, che si organizzarono anche in gruppi di acquisto per approfittare dei prezzi particolarmente vantaggiosi”.
A riferirlo è stata l’Associazione Codici che in merito aveva avviato anche un’azione legale per il rimborso ed il risarcimento dei consumatori. Azione legale che è sfociata nel processo che vede imputate cinque persone, tutte legate alla società. La speranza dell’Associazione è che venga fatta giustizia, con la stessa che ha però evidenziato come tale speranza si stia drasticamente riducendo a causa del rischio prescrizione.
In merito è intervenuta l’avvocato Marina Peretto, in aula per l’associazione Codici in rappresentanza di 24 parti offese, affermando: “Ieri al Tribunale di Velletri era in programma un’udienza, ma purtroppo non si è svolta. Il giudice ha deciso direttamente per il rinvio a settembre in quanto è stata data la precedenza ad un altro processo con detenuti. Lo prevede il Codice e dunque non abbiamo nulla da eccepire. Quello che ci domandiamo è perché non si sono svolte entrambe le udienze e perché è stato deciso un rinvio così lungo. Siamo arrivati ad un punto molto delicato. Il processo si è aperto nel 2019, la prossima udienza si terrà a settembre e devono essere ascoltati ancora tanti testimoni. I tempi, dunque, non sono brevi. Abbiamo il forte timore che possa subentrare la prescrizione, considerando che per il reato di truffa scatta dopo 6 anni. Sarebbe una beffa per i consumatori, una vera ingiustizia”.
Anche Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, è intervenuto in merito specificando: “C’è un problema generale che va oltre il singolo caso specifico che interessa il Tribunale di Velletri e che riguarda la sostanziale impunità per chi commette una truffa. Contro questo reato è necessaria una forma di tutela diversa, altrimenti i malviventi sono liberi di agire”.