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Magistratura. Colombo (ex magistrato): “Corruzione Mani Pulite non poteva essere risolta per via giudiziaria. Conflittualità aumenta perché aumentano squilibri sociali”

A dichiararlo è stato l’ex magistrato Gherardo Colombo, in merito al fatto che sempre più italiani non si fidano della magistratura e la considerano politicizzata.

“Non mi stupisco che gli italiani non si fidino più della magistratura per una serie di motivi: da una parte i mezzi di comunicazione continuano a sottolineare solo cosa non va nel sistema giudiziario, dall’altra non vedo comunque perché i cittadini debbano apprezzare l’operato della magistratura. I dati ci dicono che sul piano civile il 50% di quelli che sono coinvolti in un processo rimangono insoddisfatti, e nel penale sono insoddisfatti sia i condannati che le vittime del reato: pensano spesso che la pena comminata non sia sufficiente. Storicamente la magistratura è stata apprezzata in un solo caso: quando i magistrati morivano per mano della mafia e del terrorismo”.

A dichiararlo è stato l’ex magistrato Gherardo Colombo ai microfoni di Radio Cusano intervenuto nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’, condotta da Gianluca Fabi, in merito al fatto che sempre più italiani non si fidano della magistratura e la considerano politicizzata.

Proseguendo nel suo intervento l’ex magistrato ha poi aggiunto: “E’ sempre stato così, anche quando facevamo le inchieste. All’inizio ci osannavano, poi quando abbiamo cominciato a scoprire la corruzione del cittadino comune non andava più bene. L’inchiesta di Mani Pulite andava bene quando colpiva i potenti, quando invece ha cominciato a toccare ai cittadini comuni hanno cominciato a osteggiarci. Purtroppo la magistratura è destinata a non piacere perché controlla, e i controllori non piacciono a nessuno”.

Gherardo Colombo si è poi soffermato su Mani Pulite sottolineando di aver detto più volte come “la situazione non si sarebbe potuta risolvere per via giudiziaria. Dissi subito che l’unica via sarebbe stata che i colpevoli confessassero quello che avevano fatto restituendo il mal tolto, allontanandosi poi dalla vita politica. Tutto si sarebbe risolto per via politica e nessuno sarebbe andato in prigione”.

L’ex magistrato ha poi concluso il suo intervento con una riflessione: “A mio avviso questo alto livello di conflittualità tra le persone dipende da questioni sociali di vario genere: parlo dell’aumento della povertà nel paese per esempio. L’articolo 36 della Costituzione dice che ogni cittadino dovrebbe avere una retribuzione per poter condurre una vita dignitosa. Invece gli squilibri sociali aumentano e di conseguenza aumenta l’invidia sociale. Anche il fatto che si promette sicurezza attraverso l’aumento delle pene produce l’effetto contrario. Le persone vedono che non cambia nulla e la tensione sale”.