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Meloni indagata. Pittalis (FI): “Da magistrati aspettavamo maggiore prudenza di fronte a denuncia strampalata”

Proseguendo nel suo intervento, l'esponente forzista ha poi continuato: "Comprendo anche chi in questo momento parla di una sorta di ‘giustizia ad orologeria’, perché ciò avviene in concomitanza con le iniziative dell'Associazione Nazionale dei Magistrati in reazione a una legittima iniziativa del Parlamento e della maggioranza votati dagli italiani su un punto qualificante del programma elettorale che è la separazione delle carriere".

“Ho avuto modo di conoscere il Dottor Lo Voi, una persona che io personalmente stimo, quindi non è una critica alla sua persona e men che meno al suo ruolo di magistrato. Però mi sarei aspettato una maggiore prudenza di fronte all’iniziativa strampalata di questo avvocato Li Gotti. Io vorrei chiedere al Dottor Lo Voi quante denunce sono pervenute alla Procura di Roma nei confronti di rappresentanti del governo, di questo o di altri governi, e in quanti casi è stata attivata la procedura di trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri”.

Si è espresso così Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della 2ª Commissione Giustizia, ai microfoni di Calibro 8 su Radio Cusano Campus, in merito alla delicata vicenda che negli giorni ha coinvolto la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Proseguendo nel suo intervento, l’esponente forzista ha poi continuato: “Comprendo anche chi in questo momento parla di una sorta di ‘giustizia ad orologeria’, perché ciò avviene in concomitanza con le iniziative dell’Associazione Nazionale dei Magistrati in reazione a una legittima iniziativa del Parlamento e della maggioranza votati dagli italiani su un punto qualificante del programma elettorale che è la separazione delle carriere”.

Infine, concludendo il suo intervento, Pietro Pittalis ha chiosato:C’è il sospetto che tutto questo si inquadri in un disegno di una reazione scomposta di settori della magistratura. Io sottolineo anche sotto un altro aspetto, che forse è meno trattato: non vorrei che si coprissero responsabilità della stessa Corte d’Appello di Roma, perché il dato di fatto è che è la Corte d’Appello di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ad aver ordinato la scarcerazione, e dunque di che cosa stiamo parlando? Il governo si è attivato soltanto per fare una cosa: evitare che un personaggio discutibile rimanesse in libertà nel territorio italiano. E, come in altri casi, ha emanato il decreto di immediata espulsione e rimpatrio, utilizzando gli strumenti e i mezzi che sono sempre stati utilizzati nel nostro paese. Non vedo dunque in che cosa consista il favoreggiamento e in che cosa consista il peculato, davvero siamo fuori da regole elementari della nostra civiltà giuridica”.