“La situazione è molto grave. Il problema è che per far fronte alla crisi finanziaria europea del 2008 si è pensato di creare degli accordi, al di fuori dei trattati europei, per tutelare i paesi più forti. E ciò ha funzionato infatti è stato creato il MES. Col pretesto di aiutare i paesi più deboli a uscire dalla crisi li abbiamo governati ignorando la democrazia e imponendogli un’agenda politica. Attraverso questi accordi extragovernativi si ha la possibilità, in caso di crisi vere o presunte, di imporre una visione politica e questo è inaccettabile”.
A dichiararlo, ai microfoni di Radio Cusano, è stata l’economista Lidia Undiemi, intervenuta a ‘Battitori Liberi’, condotta da Gianluca Fabi e Savino Balzano, a proposito della gestione dei rapporti europei.
Successivamente, proseguendo nel suo intervento, Lidia Undiemi ha poi aggiunto: “Anche Mario Draghi nel suo rapporto lo ha confermato. L’art122 del TFUE è quello preposto alla gestione delle emergenze per lo Stato, ma il problema è che l’Europa non è uno Stato. Per questo è pericoloso: si può usare l’emergenza per orientare le posizioni politiche”.
Inoltre, sul perché questo sia un problema, l’economista ha aggiunto: “Il tema è capire chi decide cosa è un’emergenza. Ricordo che questa dovrebbe essere una norma eccezionale, l’Europa è oramai in crisi da anni. Se la crisi diventa permanente non è più tale: è un metodo di governo senza alcun controllo”.
Lidia Undiemi ha poi terminato il suo intervento con una riflessione sulla corsa al riarmo europeo: “Non si fa più nulla per la pace perché dal punto di vista del business è necessaria la guerra. Per trainare questo sistema servono i conflitti, è una questione di finanziamenti. L’Europa ha deciso di investire nelle armi, e questo cozza con la volontà di pace: lo dico da anni, se non risolviamo il problema della crisi della globalizzazione arriveremo alla 3 guerra mondiale”.