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Ambiente

Biciclette obsolete abbandonate: è un fiorire

Abbandonare le biciclette vecchie vicino a un bidone o legate ad un palo, lasciare la bici gambizzata dai vandali e inutilizzabile lì dove la avete parcheggiata, perché vi scoccia portarla via alla Raccolta del CRM: è sempre una tentazione. Tale tentazione tra Agosto e Novembre diventa una vera e propria moda, almeno a Trento. Accade così che sia pieno di rottami ovunque: nelle vie secondarie e nelle vie principali, in piazza e raramente anche al parco. Potremmo postare una carrellata infinita di rottami, se ne trovano persino in tangenziale. Incredibile, vero?
Da una parte chi ruba le biciclette in centro città, presso gli stalli e le usa lasciandole sotto i palazzi appoggiate ovunque in periferia, quando non servono più; dall’altra chi invece si trova senza ruote o con un vecchio rottame e non vede la migliore che liberarsene lasciandola abbandonata. Bike Sharing dei poveri?
Le biciclette che sono lasciate perire in strada (sia danneggiate ma legate, che vecchie e rotte ma senza lucchetto) aumentano nel periodo autunnale, perché in genere è il periodo delle grandi pulizie.
Accade quindi che si trovino biciclette per strada, dallo sconosciuto proprietario, che sono messe nei posti più intralcianti: legate ai lampioni, legate alle ringhiere, non legate ma lasciate di lato sul marciapiede, poggiate per terra, sotto gli alberi, ovunque.
Nessuno obbliga il proprietario di una bicicletta vecchia, rotta, scassata da manovre delle macchine, mezza rubata, rottamabile a fare a piedi il percorso con bici in spalla che porta alla Dolomiti energia o a Mattarello, buon senso vuole, però, che in caso siate tra coloro che si vogliono liberare del mezzo lo riponiate negli appositi stalli, lasciandolo senza lucchetto, in modo che sia i Vigili urbani, che gli addetti del Comune, che eventualmente avventori interessati, possano recuperarlo o rottamarlo.
Il Comune periodicamente raccoglie i rottami e pulisce dove è legittimato, visto che dopo 48 ore si possono discutere i termini per l’ingombro del suolo pubblico, dopo 30 giorni si inizia a parlare di abbandono, dopo 60 è tecnicamente possibile tenersi il trovato, se nessuno lo reclama.
Non è tanto o solo una questione estetica: per certi versi e in certi contesti le biciclette possono avere un fascino tutto loro, anche se sono vecchie, scassate e praticamente inutilizzabili; il problema centrale è la sicurezza. Il marciapiede serve per i pedoni, ci passano bambini, che possono tagliarsi nei rottami, ci passano anziani che possono inciampare, disabili che possono avere difficoltà con la carrozzina, persone videolese che possono cadere e così via. Educazione: quella cosa che raramente viene in mente in questi casi, quando si pensa solo al proprio piccolo interesse.
Una piccola storiella, la storiella del vetro rotto, racconta che, se non si aggiusta il vetro quando ha una piccola crepa, man mano che passano persone annoiate e svolgliate prive di educazione saranno tentate a tirare un sassolino, rompendo man mano tutto il vetro. Lo stesso vale per un esperimento sociale di strada, quello della carta della caramella: se gettate una carta per strada in pochissimi giorni ci sarà un cumulo, perché tutti coloro che sono privi di educazione e svogliati getteranno la cartaccia proprio lì. Ecco: vale lo stesso un po’ per tutte le cose, anche per le vecchie bici da rottamare abbandonate in città (MC).

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.