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Ambiente Editoriali

KJ2 sarà l'ultima orsa che piangeremo, ecco il perché

Leggono di orsi e di protocolli di sicurezza, ma non vedono KJ2, bensì vedono l’unico orso che la collettività ha “gestito” sentimentalmente nel proprio immaginario, cioè Winnie l’orsetto. Per questo difficilmente accettano che l’amico dei sogni d’infanzia sia solo un semplice grande carnivoro, destinato – in natura – a svolgere lo sporco compito del predatore, sostituendosi al cacciatore, professione che ormai è praticamente un tabù.
KJ2 l’orsa senza nome, questo è quanto resterà di Life Ursus, il progetto che oramai ha perso di vista sia gli orsi col radio collare, che quelli liberi di esistere. Non esiste una mappa interattiva, per dire una semplice cosa, che mostri in tempo reale dove sono gli orsi, ad esempio. A cosa servono le App e i radio collari? Abbiamo una grande Università e molti “Ing” in cerca di lavoro, perché non metterli a progettare qualcosa? Eh già, gli orsi non sono tutti controllati, perché gli orsetti nuovi sono qualcuno in più di quelli in anagrafe, ad oggi 50-1. Superano – a tratti – la sessantina, detto da chi gestisce il progetto, e via dal Trentino non ci possono andare (verso la Svizzera verrebbero ammazzati, verso la Francia le Alpi sono troppo impervie, verso est c’è in mezzo lo sparti-orsi, cioè autostrade e superstrade. Gli orsi sono di fatto intrappolati in Trentino. Ecco quello che non è affatto chiaro al popolo del web! Il Trentino come una gabbia.
L’orsa d’importazione è obbligata a farsi spazio in un contesto ristretto, dove sono stati ormai occupati i possibili angoli di separazione dalla civiltà e incontrando l’uomo, nel rapporto semplice e se vogliamo banale del peso/potenza essa – a sua insaputa e a insaputa dell’uomo stesso – diventa un pericolo.
Perché il concetto resta sempre lo stesso: esiste una misurazione del grado di pericolosità di qualsiasi cosa, dai pattini a rotelle al cane domestico, dalla roccia pendente all’orsa, dal latte scaduto al vaccino. Quello che preoccupa, però, è che la tendenza polemica dei cittadini moderni di internet (mezzo che raggruppa questa categoria di persone per ovvio refuso, coloro che hanno poco da fare e molto da dire) restituisce poca o scarsa fiducia in ciò che è studiato e regolato da leggi precise e scientifiche.
Personalmente non metterei mai in dubbio che un medico, un geologo, un etologo abbiano scritto delle leggi – in concertazione con un team di persone competenti al servizio del legislatore- che sono meno giuste del mio parere da incompetente, e non si tratta di lavarsene le mani, si tratta di responsabilità sociale. Fa bene Reinhold Messner a sottolineare che la montagna va vissuta nella sua interezza, e non solo quanto fa comodo alla politica.
Concretamente mi trovo di fronte a una situazione che è comica per non dire folle: casalinghe, studenti e politicanti ambientalisti che dichiarano di voler boicottare il Trentino perché l’attuale Governo a norma di legge, per tutela della salute del residente e del turista, ha deciso di applicare un protocollo di sicurezza abbattendo KJ2. Se costoro dicessero di voler boicottare il Trentino perché sulle strade di montagna ha installato dei para-massi pensereste che essi sono fuori dai gangheri, ma anzi no, non lo pensereste, visto il successo della “Tribù delle fratte”.
Probabilmente ci sarebbe qualche folle che – sentendosi spinto da Guru come Steve Jobs – appoggia qualsiasi cosa purché sia “contro”. E allora nulla, 1, 100, 1000 turisti in meno? Chi se ne .. il problema non sono questi spiccioli che arrivano da sparuti ambientalisti in tour, il problema è dare un senso a Life Ursus senza fare uno sterminio di orsi ma anche limitando i danni che questi orsi arrecano e il pericolo che stanno diventando.
KJ2 sarà l’ultima orsa che piangeremo perché se ne uccideranno altri non si verrà più a sapere. Certamente. Ma anche perché qualcosa cambierà: doversi occupare di orsi pericolosi per la politica non è divertente, bensì un costo e un impegno.
Stupisce che il commentatore del web sia convinto che il Servizio Forestale del Trentino si svegli la mattina sognando di abbattere gli orsi. Da qui si capisce che alla base di queste manifestazioni c’è solo ignoranza.
Se la trasparenza della gestione di una situazione diventa un pericolo pubblico, con manifestazioni, reazioni violente e senza senso, non cambieranno certamente le leggi, ma cambierà il modo in cui si comunicherà. Non piangeremo mai più gli orsi, perché non sapremo più se sono vivi o se sono morti. Servono equilibrio e cognizione di causa. Quelle cose che il popolo del web non ha. Purtroppo.
Di Martina Cecco
 

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.

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